A ideare il vino che tutela la biodiversità è stato il Parco Nazionale della Majella, in collaborazione con la Cantina Orsogna, da anni attiva nella Riserva Protetta.
Un vino a impatto zero capace di tutelare la biodiversità per realizzare bianchi e rossi in armonia con la Terra. È il nuovo progetto del Parco Nazionale della Majella, in collaborazione con la Cantina Orsogna, attiva nella Riserva Protetta, dopo avere cercato per anni il modo di vinificare a impatto zero. Per la fermentazione delle uve si utilizzano lieviti naturali selezionati dal polline della flora autoctona dell’alta montagna.
“Questo progetto nasce per tutelare la biodiversità, il mondo della microbiologia, dai batteri ai lieviti, a tutto quello di microscopico appartenente al pianeta Terra, la cui tutela può avere benefici anche per noi. Nel vinificare questi vini, abbiamo raccolto lieviti a quote elevate, dai 1.500 metri in su, in aree dove non sono mai arrivati i fitofarmaci, quindi, non c’è stata mai l’agricoltura intensiva che causa fenomeni di inquinamento atmosferico“, ha dichiarato a Teleambiente il Direttore del Parco Nazionale della Majella, Luciano Di Martino.
Ma come è nata questa iniziativa? C’è differenza tra un vino prodotto con lieviti naturali e uno realizzato con enzimi artificiali? Qual è stato il ruolo delle api in questo progetto? Tutte le risposte nello “Speciale Teleambiente” dedicato al vino che tutela la biodiversità.