La rivista francese 60 Millions des Consommateurs ha testato in laboratorio 10 padelle antiaderenti per capire se davvero sono “senza PFAS”.
Da quando esistono, le padelle antiaderenti hanno rappresentato una vera e propria svolta in cucina. Il cibo non si attacca durante la cottura e sono più veloci da pulire. La capacità di non far attaccare gli alimenti all’utensile è data dal rivestimento in Teflon o in ceramica. Nel primo caso, il materiale è composto da PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni, che sono nocive per l’ambiente ma anche per l’uomo.
Il Teflon, scoperto nel 1938, è formato dal politetrafluoroetilene (PTFE), che consente la cottura anche senza grassi e rende facile pulire la padella. Questo composto, in origine, conteneva anche l’acido perfluoroottanoico (PFOA), classificato dallo IARC come cancerogeno per l’uomo nel 2023. L’Ue ha vietato nel 2020 la produzione e l’uso di PFOA. Per produrre le padelle antiaderenti, quindi, le aziende hanno utilizzato altre sostanze chimiche oppure i rivestimenti in ceramica. Ma di quali altre sostanze si tratta? Sono davvero più sicure per la nostra salute?
Il test sulle padelle antiaderenti di 60 Millions des Consommateurs
L’impossibilità di usare il PFOA ha spinto i produttori su altre sostanze, sempre appartenenti al gruppo dei PFAS, ma chiamate con altri nomi per evitare reazioni negative. Così ADONA, F-53B, Gen-X hanno sostituito l’acido perfluoroottanoico nella sua funzione di antiaderente per le padelle. Queste nuove sostanze, però, potrebbero essere comunque rischiose per la salute umana. È quanto rileva il magazine francese 60 Millions des Consommateurs che ha effettuato un test per scoprire quali sostanze chimiche contengono le padelle in commercio.
La rivista ha portato in laboratorio 10 padelle antiaderenti e di ceramica per analizzare la presenza di 36 diversi PFAS tra cui: PFOS (acido perfluoroottansolfonico), il PFNA (acido perfluorononanoico) e il PFHxS (acido perfluoroesansulfonico).
Una buona notizia è che il PFOA, vietato da cinque anni, era assente in tutti i campioni analizzati.
Il laboratorio ha cercato poi le altre sostanze, testando le padelle in condizioni di uso estreme per verificare l’eventuale migrazione di residui nei cibi durante la cottura. Nessuna delle padelle ha superato i limiti della normativa in vigore. Le analisi, però, hanno rilevato spesso tracce di PFAS in molti prodotti.
È stata rilevata una traccia di 6:2 FTS (acido 6:2-fluorotelomersolfonico) in 5 prodotti: Le Creuset “Les Forgées”, Cristel “Exceliss+”, Zuofeng, Aubecq “Evergreen in White” e Greenpan “Torino – Infinity”.
La padella Beka “Mandala”, invece, ha ottenuto risultati più preoccupanti. Anche se riporta la dicitura “senza PFAS”, nella padella sono stati rilevati alti livelli di 6:2 FTOH (6:2 fluorotelomeralcol) e livelli di PFHxS vicini ai limiti fissati dall’Ue in vigore dal 2026.
Per quanto riguarda le padelle Zuofeng, Zanetti e Espace Cuisine Professionel, anche se le aziende dichiarano il contrario, contengono tracce di PFOA e altri PFAS. Il prodotto Le Creuset testato, invece, presenta livelli molto bassi di PFPeA e PFHxA. Bene la padella Ikea, totalmente priva di PFAS.
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Un altro test della rivista Que Choisir aveva riscontrato la presenza degli inquinanti eterni in tutte le padelle analizzate scelte tra i marchi leader del settore.
Padelle antiaderenti, attenzione all’usura
Il test, infine, ribadisce il pericolo di utilizzare una padella graffiata o ossidata. Le padelle nuove, secondo l’analisi, non rilasciano metalli. L’uso prolungato, però, ha portato alcune padelle (Beka e Espace Cuisine Professionnel) ad avere segni di ossidazione. Lo strato sotto al rivestimento antiaderente non è adatto per il contatto con gli alimenti e potrebbe consentire la migrazione dei metalli se il cibo viene esposto ad un prodotto usurato.
Pertanto, oltre alla scelta della padella più adatta alle proprie esigenze, è molto importante fare attenzione durante l’utilizzo così che possa durare di più, ma soprattutto non ci esponga a sostanze chimiche che potrebbero essere dannose per la salute.