Esiste un packaging per l’e-commerce che si riutilizza e abbatte fino al 75% l’impronta della CO2 rispetto alle alternative monouso. Ecco Movopack.
Ordinare un prodotto online e riceverlo in un pacchetto riutilizzabile. È possibile grazie all’idea di Tomaso Torriani, Alberto Cisco, Andrea Cipollonenni e Mattia Aroldi, founder della startup Movopack.
Con il boom dell’e-commerce, la richiesta degli imballaggi è cresciuta in modo esponenziale. Pacchetti, bustine, scatole che sono l’emblema del monouso e che una volta arrivate a casa difficilmente vengono riutilizzate. L’idea di Movopack invece, è proprio di liberarsi dalla “trappola del monouso” in uno dei settori re dell’usa e getta.
Il packaging creato dalla startup è molto più durevole delle classiche scatole di cartone. Buste, borse, scatole, di tutte le dimensioni e in tessuto PP riciclato o in RPET. Gli imballaggi si possono riutilizzare anche 20 volte, contribuendo a ridurre del 75% l’impronta di carbonio rispetto alle alternative monouso.
L’idea è in linea con il recente accordo dell’Ue che ha come obiettivo la riduzione degli imballaggi monouso in favore del riciclo e del riuso dei materiali. Le nuove regole Ue prevedono anche il divieto di alcuni formati di imballaggi in plastica monouso.
Movopack, ecco come funziona il packaging riutilizzabile
Ma una volta arrivato l’ordine a casa, come si prosegue il ciclo di vita dell’imballaggio? Come chiarisce l’azienda sul suo sito, restituire il packaging Movopack è semplice come inviare una cartolina. Il cliente infatti, dovrà solo seguire le indicazioni presenti sulla busta (che contiene già l’etichetta di spedizione prepagata) e poi lasciarla in qualsiasi casella di posta. E se il cliente dovesse buttare il pacchetto? Come spiega uno dei founder a Dissapore “Abbiamo fatto uno studio di sostenibilità comparando il nostro packaging R-Pet con un cartone riciclato al 70%. Nel caso in cui il cliente butti via il packaging, l’impatto è il medesimo”.
Una volta imbucato nella cassetta, all’imballaggio penserà di nuovo Movopack, che si occuperà di gestire l’arrivo, igienizzarlo e rispedirlo al marchio di appartenenza, che lo utilizzerà per un altro ordine, e così via.
I resi del fast fashion inquinano come 3 milioni di auto
L’idea della startup milanese rappresenta un’alternativa agli imballaggi che al momento sono più utilizzati, anche per il fast fashion. La cosiddetta moda usa e getta è il perfetto simbolo dello spreco di risorse e del consumismo della società odierna, dove quando si riceve qualcosa che non ci piace o non ci va, si rispedisce al venditore. Poco importa se questo fenomeno – che riguarda il 30% degli acquisti online – contribuisce ad emettere fino a 24 milioni di tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni di 3 milioni di macchine statunitensi all’anno.