La scrittrice e content creator Federica Pepe, ospite di CrescimiTu, ha presentato il suo libro dedicato all’outdoor education
Un approccio pedagogico che trasforma la natura in una grande aula a cielo aperto. Si chiama outdoor education, educazione all’aperto e la racconta Federica Pepe, nota sui social come “mamma in Svezia”, nel suo ultimo libro “Outdoor educazione senza confini” edito da Sperling & Kupfer.
Cos’è l’outdoor education
Come ha spiegato Federica Pepe nell’ultima puntata di CrescimiTu, l’outdoor education è un approccio pedagogico che utilizza l’ambiente esterno come spazio di apprendimento. È un concetto che si basa sull’idea che il bambino sia protagonista di quello che fa, infatti è un approccio pedagogico che si basa anche sulla metodologia del learning by doing, ovvero imparare facendo.
I benefici di questo approccio
L’outdoor education si basa anche sull’idea che l’ambiente circostante favorisca lo sviluppo motorio, cognitivo, emotivo, sociale, fa bene alla salute mentale, fa dormire meglio, rinforza il sistema immunitario, favorisce l’autonomia dei bambini oltre ad aiutarli ad accrescere la loro autostima, proprio perché possono misurarsi con quello che fanno.
I dubbi dei genitori
Se da una parte c’è curiosità verso questo metodo, dall’altra, come racconta Federica Pepe, ci sono ancora dei pregiudizi da parte dei genitori: “Essendo educazione all’aperto, avviene quando c’è il sole, quando c’è più caldo, ma anche quando piove, quando c’è più freddo, e questo, secondo me, è una delle cose che fa più paura, il fatto che il bambino si possa ammalare. L’altra paura è il fatto che essendo un ambiente, quello esterno, che non è stato predisposto apposta per i bambini, si ha un po’ paura che i bambini si possano fare male”.
Il ruolo degli educatori
Quando si parla di outdoor education un ruolo cruciale lo ricoprono gli educatori. “Troppo spesso – spiega Federica Pepe – si pensa che nell’educazione all’aperto i bambini sono lasciati liberi di fare quello che vogliono e gli educatori stanno semplicemente lì a guardare, ma non è assolutamente così, gli educatori hanno un ruolo molto importante, che è quello di educare, di guidare i bambini, sono sempre accanto a loro quando ne hanno bisogno, semplicemente viene comunque lasciata molta libertà al bambino, ma c’è sempre un pensiero educativo dietro”.
Le peculiarità del posto
Un concetto chiave dell’outdoor education è quello di adattarsi alle peculiarità del posto in cui ci si trova: “Outdoor education, non significa educazione in natura, ma significa proprio educazione all’aperto, quindi una delle cose importanti è imparare a sfruttare le peculiarità di ogni spazio. Dove abito io, per esempio, in Svezia, la natura veramente è sempre dietro l’angolo, è un paese molto molto grande, poco densamente popolato, abbiamo veramente tanto verde, ma ci sono altri paesi in cui si può praticare l’outdoor urbano. Conosco tante scuole dell’infanzia in Italia che praticano outdoor urbano portando fuori i bambini regolarmente”.
Il concetto di “friluftsliv”
Friluftsliv è una parola norvegese molto usata anche in Svezia, che si lega all’outdoor education e significa “vita all’aria aperta” e descrive il rapporto che c’è nei paesi nordici con la natura. “C’è un rapporto molto, molto stretto perché c’è molto verde, quindi passare tempo in natura è molto semplice. Descrive un amore che c’è tra il popolo scandinavo e la natura e invita un pochino a passare il tempo all’aperto, a godere di ritmi più lenti, di una vita più semplice e proprio di connettersi con la natura.
I comuni friluftsliv
“È una parola che si vede spesso anche qui in Svezia, per esempio, nel 2022-2023 il nostro comune dove abitiamo è stato, era stato dichiarato comune friluftsliv di tutta la Svezia perché il comune aveva predisposto moltissime attività all’aria aperta” conclude Federica Pepe.