Satelliti come quelli dell’ESA monitorano la Terra 24 ore su 24, fornendo dati cruciali su aree inaccessibili come l’Artico e l’Antartico. Simonetta Cheli, direttrice dell’Osservazione della Terra dell’ESA, spiega a TeleAmbiente come questa tecnologia sia essenziale per comprendere la crisi climatica e prevedere futuri cambiamenti ambientali, influenzando decisioni globali e la vita quotidiana
Intorno alla Terra ci sono centinaia di satelliti che monitorano 24 ore su 24 tantissime variabili. Molti sono quelli dell’ESA, l’Agenzia Spaziale europea, che lavora in collaborazione con istituzioni pubbliche e private per un’osservazione continua e puntuale del nostro pianeta. Ma perché è importante studiare la Terra da lì, dallo spazio?
“Per capire lo stato di salute del nostro pianeta abbiamo bisogno di dati continui, quindi di satelliti che girano intorno alla Terra come quelli di osservazione della Terra dell’ESA, che sono circa 800 km dalla Terra e che ci danno anche delle informazioni su zone inaccessibili della Terra, pensiamo all’Artico o all’Antartico”, ha spiegato a TeleAmbiente Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.
L’Osservazione spaziale tramite i satelliti artificiali di ESA e delle altre Agenzie spaziali è importante soprattutto per comprendere cosa sta succedendo al nostro Pianeta in termini di crisi climatica e ambientale. Ma osservare la terra non basta. Oggi, come non mai, abbiamo bisogno di sistemi di previsione evolutiva sullo stato del clima sulla terra.
“Stiamo sviluppando anche dei programmi in cui ci sono alte capacità di calcolo, tecnologie digitali, machine learning, artificial intelligence per fare calcolo sui dati disponibili e dare dei modelli di previsione di come sarà il nostro pianeta nel caso in cui ci sia un aumento ulteriore di un grado di temperatura, come sarà il nostro pianeta nel caso in cui i mari si alzino non più di qualche millimetro ma di qualche centimetro all’anno. Ecco questo è fondamentale soprattutto per chi deve prendere decisioni, decisioni informate ma è anche fondamentale per i cittadini, per tutti noi perché abbiamo bisogno di sapere qual è la qualità dell’aria che respiriamo, quali sono anche i rischi collegati a questa crisi climatica“, ha spiegato la direttrice Cheli.
“Abbiamo visto ad esempio in Italia recentemente inondazioni quindi il settore non è solo quello di uno studio scientifico del tema clima ma anche di quella che sono le implicazioni potenziali a livello sociale nell’impatto della nostra vita di tutti i giorni anche a livello economico”, ha poi concluso.