In mille per le strade di Trento al corteo nazionale organizzato da StopCasteller contro il disegno di legge “ammazza-orsi” della giunta leghista guidata da Fugatti.
A Trento oggi sabato 10 febbraio oltre mille persone da tutta Italia hanno partecipato al corteo nazionale organizzato dalla campagna StopCasteller dopo l’ennesima uccisione di un orso, Sonny-M90, ordinata e voluta dal presidente della Provincia autonoma, il leghista Maurizio Fugatti.
Gli attivisti hanno sfilato pacificamente per le vie di un centro storico blindato dalle forze dell’ordine, esprimendo forte sdegno e preoccupazione per la strage di orsi in atto in Trentino e in totale opposizione alla giunta Fugatti e alla legge “ammazza-orsi”, che prevede l’uccisione di 4 cuccioli e 4 orsi adulti all’anno.
Abbiamo aderito alla manifestazione nazionale di #StopCasteller a Trento per chiedere il rispetto della vita degli orsi!
Chiederemo l’intervento di @EU_Commission perché l’Italia risponda delle uccisioni del presidente @MaurizioFugatti pic.twitter.com/Od1nFwZTDx
— LAV (@LAVonlus) February 10, 2024
Al corteo hanno aderito anche le principali associazioni: LAV, LAC, LNDC Animal Protection, LEAL, ENPA, AnimaLiberAction, Ribellione Animale e Bearsandothers
“Fugatti continua a buttare benzina sul fuoco, alimentando la comprensibile paura delle persone, per realizzare un obiettivo che era manifesto fin dagli albori della sua carriera politica: sbarazzarsi degli orsi in Trentino causando una nuova estinzione – hanno affermato gli attivisti di StopCasteller – . Sa bene il presidente Fugatti, ma non lo dice, che sommando gli orsi uccisi, quelli braccati e quelli rinchiusi in gabbia ben presto la popolazione ursina delle Alpi si troverà nuovamente sull’orlo dell’estinzione. Del resto cosa aspettarsi da politici come Fugatti e Claudio Cia, che sarebbero felici di organizzare banchetti a base di carne d’orso con i loro amici cacciatori?.
“Ancora più deplorevole – hanno aggiunto gli attivisti di StopCasteller – è l’operato di Piero Genovesi di Ispra, le cui mani sporche di sangue dovrebbero solo firmare la sua lettera di dimissioni: responsabile del Servizio Fauna selvatica dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, costui avrebbe dovuto difendere gli orsi invece della poltrona su cui siede. Ha ratificato l’uccisione di numerosi plantigradi, per compiacere i politici di turno, ed è responsabile del fallimento di numerosi progetti LIFE Natura, da lui presieduti e finanziati dall’Unione Europea, che si sono conclusi, puntualmente, nel sangue: dai mufloni dell’isola del Giglio agli orsi in Trentino”.
“Due nuovi orsi sono ora nel mirino della Provincia ma non permetteremo che le segnalazioni anonime delle nuove ronde leghiste su facebook decretino la morte di animali che, ricordiamo, sono sotto la più severa protezione dello stato. Così come non possiamo permettere che l’orsetto Nino, condannato a vivere in una gabbia, sia esposto al pubblico ludibrio in quello zoo che è il Belpark di Spormaggiore. Continueremo anche a lottare per M49 che marcisce al Casteller nel più totale silenzio. Quello che sta avvenendo in Trentino è segno di un rapporto malato con la natura e con il resto del vivente. Le valli non possono e non devono essere un possesso esclusivo dell’uomo”.
Gli attivisti hanno espresso infine grande rabbia e indignazione per la conferma arrivata oggi di quanto da mesi già avevano intuito. “L’orsa Fiona-F36 e l’orso Johnny-MJ5, rinvenuti senza vita in autunno, sono stati assassinati: lei fucilata, lui avvelenato”. E hanno aggiunto: “Che fine ha fatto il cucciolo che accompagnava Fiona? Il Corpo Forestale del Trentino che fa? Non vede, non sente, non parla”.