Cosa sono gli OGM 2.0 e perché l’Ue è a rischio contaminazione

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OGM. Spagna e Portogallo.

Sono gli unici due Paesi, dei 28 che fanno parte dell’Unione Europea, che continuano a coltivare Ogm.

La superficie seminata con organismi geneticamente modificati registra infatti un’ulteriore calo dell’8%.

A renderlo noto è la Coldiretti nel suo bilancio della coltivazione Ogm in Europa, basato sull’ultimo rapporto ISAAA l’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications.

La superficie europea coltivata a transgenico in Europa – sottolinea la Coldiretti – è scesa ancora ad appena 120.990 ettari nel 2018 rispetto ai 131.535 dell’anno precedente.

Nel 2018 infatti – prosegue la Coldiretti – le colture ogm sopravvivono nell’Unione Europea solo in Spagna (115,246) e Portogallo (5.733) dove tuttavia si registra una riduzione delle semine del mais MON810, l’unico coltivato. Le scelte degli agricoltori europei sono la dimostrazione concreta della mancanza di convenienza nella coltivazione Ogm nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle multinazionali che ne detengono i diritti.

Si tratta dunque di tecnologie superate ed ora – continua la Coldiretti – la sfida è quella di fare al più presto chiarezza sul sempre più ampio mondo delle nuove tecniche di selezione vegetale (Nbt) per regolamentarne ambiti di applicazione e prospettive.

Lo studio e l’impiego di ogni nuova tecnologia che aiuta ad esaltare la distintività del nostro modello agroalimentare, il Made in Italy e i suoi primati di biodiversità, meritano – conclude Coldiretti   – di essere approfonditi nel rispetto del principio di precauzione, della sostenibilità ambientale, del libero accesso al mercato, della reversibilità e della necessità di fornire una risposta alle attese dei consumatori.

Ma il pericolo Ogm non è del tutto scongiurato.

Sembra essere in arrivo dal Nord America una nuova generazione di alimenti Ogm.

Si tratta di semi di soia e di colza che potrebbero varcare i confini europei nonostante la normativa dell’UE vieti l’ingresso di organismi geneticamente modificati.

La denuncia arriva da ‘Friends of the Earth Europe’ che ha diffuso alcuni documenti che testimoniano l’assenza di protocolli europei relativi ai test sui nuovi OGM, noti come OGM 2.0.

La Commissione Ue infatti, ha fermato i test su sui nuovi OGM, rendendo impossibili i controlli su mangimi e alimenti.

Solo un anno fa la Corte di giustizia europea stabilì che gli OGM 2.0 sono regolamentati secondo la legislazione europea sulla sicurezza alimentare.

Di conseguenza, i semi di soia e colza devono essere sottoposti a verifiche e controlli periodici attraverso procedure armonizzate in tutti gli Stati membri.

Ma la Commissione europea non ha però identificato metodi di prova su tali sementi e di conseguenza i governi non possono adempiere ai loro doveri legali.

Senza l’approvazione di protocolli, le autorità degli Stati membri non hanno modo di controllare e analizzare i semi di soia e di colza e questi prodotti potrebbero essere importati anche se contengono organismi geneticamente modificati illegali in Europa.

Secondo ‘Friends of the Earth Europe’ questa situazione sta mettendo a rischio di contaminazione OGM non autorizzati, l’agricoltura e il cibo europei, così come l’ambiente e i cittadini che potrebbero essere esposti a prodotti geneticamente modificati.

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