Home Attualità OCEAN CLEANUP, IL DISPOSITIVO PER RIPULIRE GLI OCEANI DALLA PLASTICA SI ROMPE

OCEAN CLEANUP, IL DISPOSITIVO PER RIPULIRE GLI OCEANI DALLA PLASTICA SI ROMPE

Ocean Cleanup.  Il 29 dicembre durante un’ispezione di routine è stata scoperta una frattura lungo il dispositivo di Ocean CleanUp nel Great Pacific Garbage Patch. Si tratta di una macchina ideata per raccogliere rifiuti plastici dal mare sfruttando le correnti oceaniche. Ecco cosa è successo.

Da 8 settimane è in funzione System 001, amichevolmente chiamato Wilson, un dispositivo lungo 600 metri collocato in prossimità del Great Pacific Garbage Patch (GPGP), una delle cinque più grandi isole di rifiuti, in una zona compresa tra le Hawaii e la California.

The Ocean Cleanup è un’organizzazione fondata dal ventiquattrenne olandese Boyan Slat, è una delle principali figure attualmente impegnate nella lotta contro i rifiuti. L’obiettivo del progetto è quello di provare a ripulire gli oceani dalle tonnellate di spazzatura che contengono, in particolare i rifiuti plastici. Aveva presentato il suo progetto durante un TedTalk, appena diplomato nel 2013.  L’organizzazione non profit ha sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi, un centro per l’ingegneria marina. Ma il prototipo è stato costruito nella baia di San Francisco in parte perché è vicino alla Great Pacific Garbage Patch.

Wilson è un setaccio galleggiante costruito collegando dei tubi dal diametro di un metro e venti. Sotto questi, una sorta di “gonna” di rete lunga più di 2 metri. Fondamentalmente, è un retino da mare supersized. Il sistema si muove in modo tale da permettere alle correnti e alle onde di spingere la spazzatura all’interno della rete e impedirne l’accesso a animali o altre forme di vita marittima. Telecamere, sensori e satelliti controlleranno da remoto, insieme a pannelli per l’energia solare e sistemi anti-collisione, per evitare che qualche nave ci finisca addosso. Il sistema risulta quindi perfettamente autonomo, salvo qualche controllo di tanto in tanto durante la raccolta della spazzatura ingabbiata.

La prima operazione di pulizia è partita l’8 settembre 2018. Nel corso di questo periodo di test, il più significativo problema riscontrato con Wilson, è stato il riversamento parziale della plastica che aveva raccolto, dovuto o perché il sistema si muove troppo lentamente o per possibili vibrazioni vicino alle bocche di raccolta, fenomeni che spingono via la plastica invece di mantenerla all’interno della struttura. “Questa è una difficoltà che non avevamo previsto“, ha scritto l’organizzazione in un post sulla loro pagina “Dopo un’ulteriore ispezione, Wilson potrebbe avere un maggiore impatto sulle correnti che trasportano la plastica di quanto inizialmente previsto”.

Ad aggravare le problematiche, il 29 dicembre un danno ad una delle due estremità del sistema ha fatto si che Wilson debba tornare a breve sulla terra ferma per delle prime riparazioni.

Il sistema Wilson ha raccolto circa 4.500 libbre di plastica nelle ultime settimane. Questo è ben lontano dai 2.200 sterline che il gruppo credeva avrebbe catturato a settimana. “Riteniamo che questi problemi iniziali siano risolvibili, e la pulizia del Great Pacific Garbage Patch sarà operativa nel 2019” – ha spiegato il fondatore Boyan Slat – “Per la fase beta di una tecnologia, questi risultati sono comunque già un successo”. Il team spera di riuscire a raggiungere il traguardo che si sono prefissati: 1.000 kg di rifiuti alla settimana.

 

 

Post su Facebook del fondatore Boyan Slat

Fonte: https://eu.usatoday.com/