L’annuncio dell’eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde.
Eleonora Evi, eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde, ha scritto alla Commissione europea chiedendo di fare luce sui rischi legati ai cosiddetti nuovi Ogm, modificati con nuove tecnologie di ingegneria genetica. “Si tratta di organismi modificati con la cosiddetta tecnologia di genoma-editing, che pongono rischi nuovi e diversi rispetto agli Ogm convenzionali” – spiega Eleonora Evi – “Il pericolo concreto è che finiscano nei nostri piatti senza controlli, senza informazioni adeguate per il consumatore, senza valutazioni dei rischi né tracciabilità ed etichettatura“.
Chiediamo alla Commissione di investire nella ricerca sui rischi per l’#ambiente e la #salute causati dai nuovi #OGM. Non vogliamo che finiscano nei nostri piatti senza un’approfondita valutazione dei rischi, tracciabilità ed etichettatura. Leggi lettera: https://t.co/gpxSN06A73 pic.twitter.com/6UJxJHNApH
— Eleonora Evi (@EleonoraEvi) February 9, 2022
Il rischio, per Eleonora Evi, è concreto. “Le attuali strategie di sorveglianza non sono sufficienti per rilevare la presenza di nuovi Ogm e l’Unione europea non ha ancora finanziato ricerche sui rischi specifici. L’editing genetico non fornisce risultati sicuri e potrebbe dar luogo a numerosi effetti imprevisti, con conseguenze sconosciute per la salute e per l’ambiente” – spiega ancora l’eurodeputata – “Tra l’altro, in Italia, il rilascio accidentale di nuovi Ogm nell’ambiente danneggerebbe il comparto biologico e minerebbe irrimediabilmente la credibilità della produzione agricola e della filiera agroalimentare nazionale, che sul ‘libero da Ogm’ ha costruito la sua forza“.
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“La Commissione ha il dovere di vigilare sulla corretta applicazione delle regole europee, anche per i nuovi Ogm, per tutelare la salute pubblica e l’ambiente, come confermato dalla sentenza della Corte di Giustizia europea” – conclude l’eurodeputata – “Come è possibile sviluppare nuovi prodotti basati sul genoma-editing, è possibile sviluppare metodi all’avanguardia per valutare e rilevare i rischi. La Commissione europea deve colmare urgentemente questo vuoto, avviando ricerche approfondite sui rischi potenziali. Le autorità nazionali, poi, devono identificare e tracciare prodotti non autorizzati lungo la catena alimentare“.