Eni annuncia una nuova causa contro Greenpeace Italia. È la seconda in pochi mesi. L’Ong sul colosso del petrolio: “Zittire chi denuncia le sue responsabilità è diventato il suo sport preferito”.
Qualche giorno fa alle porte di Greenpeace Italia ha bussato una nuova comunicazione da parte della multinazionale petrolifera Eni, che ha annunciato una seconda causa per diffamazione nei confronti dell’associazione ambientalista.
Eni sostiene di essere stata diffamata dai contenuti di un report – pubblicato dal ramo olandese della Ong – rilanciato sul sito italiano. Il documento sotto accusa è il rapporto “Emissioni di oggi, morti di domani. Come le principali compagnie petrolifere e del gas europee mettono a rischio le nostre vite”, in cui viene citata anche la compagnia petrolifera italiana.
⚫️ENI minaccia una nuova causa per diffamazione nei nostri confronti: è la seconda in pochi mesi.
Zittire chi denuncia le sue responsabilità è diventato il suo sport preferito. Pochi giorni fa è toccato alla trasmissione #Petrolio di Rai3.
Adesso basta! https://t.co/U9dSruzvIR— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) March 13, 2024
Secondo quanto dichiarato da Greenpeace, “Prima della pubblicazione del report, Greenpeace Paesi Bassi aveva dato la possibilità di diritto di replica a ENI sui dati raccolti. L’azienda ha valutato di non rispondere, limitandosi a minacciare nuove iniziative legali”. L’azienda è stata l’unica, tra le molte citate dal rapporto, ad avviare un iter di mediazione che potrebbe sfociare in una causa per diffamazione.
Non è la prima volta che il gigante del petrolio accusa Greenpeace. È successo anche qualche mese fa, quando Eni ha accusato l’Ong e ReCommon per diffamazione perché avrebbero accostato il suo lavoro alla crisi climatica.
La campagna avviata dalle associazioni ambientaliste “La Giusta Causa”, ha portato ad una causa legale che ha portato Eni in tribunale. La prima udienza si è svolta lo scorso 16 febbraio.
Greenpeace però, non cede il passo e dichiara: “ENI non vuole ostacoli sul suo cammino e cerca di zittire con il suo enorme potere chiunque osi denunciare i suoi crimini climatici. Ma non ci fa paura. Continueremo a denunciare le sue responsabilità climatiche dentro e fuori i tribunali finché non avremo giustizia per le persone e il Pianeta”.