Nucleare, come si smantella una centrale? La sfida della Germania

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La Germania ha progettato l’uscita del nucleare, con lo smantellamento delle centrali attualmente in uso. Ma che fine faranno i sette stabilimenti ancora attivi? E le scorie? Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Quando Egbert Bialk guarda la gigantesca macchina demolitrice, sulla cima della centrale nucleare di Mülheim-Kärlich, non nasconde la contentezza.

Felice che quell’obbrobrio venga finalmente smantellato,” racconta a DW. “Qualcuno dice che dovremmo lasciarla come memoriale, e come opera d’arte. Ma per me la torre è un simbolo all’arroganza dell’umanità, di noi che giochiamo col fuoco.”

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Bilak ha iniziato la campagna contro il reattore nel periodo in cui è stato costruito vicino alla sua casa negli anni 70, e da allora  si è unito al gruppo ambientalista BUND per monitorare la rimozione della centrale.

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Lo smantellamento della centrale, che impiegherà circa due decadi per essere completato, è iniziato nel 2004, sette anni prima dell’incidente di Fukushima che ha spinto il governo, guidato da Angela Merkel, ad annunciare l’uscita totale dal nucleare entro il 2022.

Con solo un paio di anni alla scadenza dell’obiettivo, ci sono ancora sette centrali in funzione e,anche quando saranno spente definitivamente, ci vorranno molti anni prima che tutti i reattori vengano smantellati in sicurezza e i siti contaminati ripuliti dalle radiazioni.

Le prime cose da rimuovere sono le barre di energia, altamente contaminate, che contengono l’energia che viene convertita in elettricità.

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Visto che la Germania non ha attualmente depositi a lungo termine per i materiali altamente radioattivi, le barre vengono tenute in contenitori chiamati Castor ( Cask for Storage and transport of radioactive material- contenitori specifici per il trasporto di materiale radioattivo), situati in locazioni separate in tutta la nazione.

Quando tutti i reattori saranno dismessi, ci saranno circa 1900 di questi contenitori. 

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E ci rimarranno fino a quando non si troverà un posto adatto a conservarli per tutto il tempo che servirà

Non sappiamo quanto costerà tutto ciò. Quello che si sa è che sono stati spesi 4,2 miliardi di euro per la preparazione di una ex miniera di ferro conosciuta come il Fosso Konrad, che verrà usata come deposito finale per materiali di scarto con un livello di radiazione basso/medio.

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Una volta che gli scarti con questo valore di radiazione, che possono essere sia gli equipaggiamenti tecnici che i pezzi di edificio contaminati, saranno sepolti, la miniera verrà riempita di cemento e sigillata.

Una volta sigillata, sarà sicura e non ci dovrebbe essere pericolo di radiazioni per l’ambiente”,spiega Monika Hotopp della BGE (l’agenzia federale per lo smaltimento di materiale radioattivo).

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Le associazioni ambientali però avvertono che i rifiuti nucleari restano una minaccia anche una volta seppelliti in profondità.

I depositi dovranno contenere le radiazioni per 500mila anni“, spiega Bialk. “Abbiamo una bomba atomica sotto il sedere, e ci rimarrà per generazioni”.

E cosa succede al resto del materiale?Le centinaia di migliaia di tonnellate di metallo, cemento, tubature e altro materiale edile che si è accumulato durante il processo di smantellamento?

Visto che, secondo le leggi tedesche, l’intera centrale, compresi gli uffici e la mensa, sono considerati radioattivi, nessun oggetto può essere rimosso prima che venga testato per le radiazioni.Una volta considerato “pulito”, o almeno sotto il limite di sicurezza, il rifiuto può essere disposto nelle discariche o nei centri di riciclaggio.

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Gli ambientalisti però criticano questa pratica, sulla base che una volta che il materiale viene riciclato, nessuno sa che fine farà. Il cemento delle centrali nucleari può essere usato per pavimentare le strade, mentre i metalli possono essere fusi e trasformati in padelle, pentole e altri suppellettili.

“Il metallo fuso può diventare anche un apparecchio per i denti da bambini; potrebbero essere contaminati da radiazioni e nessuno lo saprebbe“, spiega Bialk alla DW. ” Credo sarebbe utile poter tracciare dove finiscono i materiali provenienti dai siti nucleari.”

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Ma al momento gli esperti non considerano il monitoraggio post smaltimento necessario.

 

I rischi sono minimi,” spiega Christian Küppers, specialista di sicurezza nucleare nel centro di ricerca ambientale Oeko-Institut. “Il limite di sicurezza delle radiazioni corrisponde a quello a cui siamo esposti naturalmente ogni giorno.”

Tutti i materiali delle centrali nucleari con un livello di radiazioni sotto 0,01 millsievert l’anno possono essere riciclati,continua Küppers.

Come comparazione, l’ Oeko-Institut spiega che le persone sono esposte a una radiazione naturale di 2.1 millisievert per anno in Germania, e un volo transatlantico di sola andata espone i passeggeri a un valore tra 0.04 e .11 millisievert di radiazioni.

Una volta che la centrale nucleare è stata completamente smantellata, tutti i rifiuti rimossi e quando non ci sarà più traccia di radiazioni, i luoghi torneranno allo status di terreno. A quel punto potranno essere venduti come siti industriali regolari.

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Stesso discorso per la fossa Konrad. Una volta che la minierà sarà chiusa e sigillata, che dovrebbe avvenire attorno all’anno 2100, il terreno in superficie tornerà a essere terreno acquistabile. Teoricamente ci si potrebbe anche costruire case.

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Certo poi se qualcuno avrà voglia di vivere sopra una discarica di materiale nucleare è un altro discorso, spiega Monika Hotopp della BGE, che si occuperà anche della gestione di questi siti.

 

Perchè alla fine, l’energia nucleare è diventato sinonimo di pericolo. E come spiega Bialk, anche  quando tutte le centrali  saranno smantellate e tutto il materiale sigillato, il problema non sarà assolutamente sparito.

Primo, i rifiuti radioattivi rimangono pericolosi per centinaia di migliaia di anni. Secondo, altre nazioni ancora fanno uso di energia nucleare,” spiega. “Ci sono più di 50 centrali nucleari solo in Francia, e se succede qualcosa lì, tutta Europa ne subirà le conseguenze.”

Forse è per questo motivo che la Germania ha ordinato 190 milioni di pasticche di iodio ( un medicinale atto ad attenuare i danni delle radiazioni sul corpo).

Forse ha paura delle centrali nucleari dei suoi vicini, o forse non è ancora convinta che i siti di smaltimento siano sicuri al 100%.

 

 

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