La fusione è un lontano miraggio, mentre la fissione è il nucleare di vecchia generazione che non solo non è sostenibile, ma è anche costoso e prevede tempi lunghi (e incompatibili con gli obiettivi di decarbonizzazione) per la sua implementazione.
Il nucleare, nonostante il chiaro indirizzo del governo sulla politica energetica, ad oggi appare più una illusione che una realtà. Nel nostro Paese si moltiplicano le voci di chi vorrebbe tornare all’energia atomica, ma vanno considerati alcuni aspetti: la tecnologia della fusione sarà disponibile solo tra qualche decennio, mentre quella della fissione, che il governo vorrebbe perseguire con i piccoli reattori modulari, non è implementabile in tempi rapidi che possano garantire un contributo effettivo ai processi di decarbonizzazione. E si tratta comunque di un nucleare di vecchia generazione che non può rappresentare una vera soluzione.
Tutto questo, senza dimenticare che il nostro Paese non è stato ancora in grado di individuare l’area che dovrebbe ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, dove poter conferire non solo le scorie delle vecchie centrali nucleari dismesse, ma anche gli scarti di lavorazioni industriali o di strutture ospedaliere.
Per questo motivo, è già partita una raccolta firme per poter arrivare ad un referendum in cui per la terza volta, dopo il 1987 e il 2011, gli italiani potrebbero dire no all’energia nucleare. A promuoverla, tra gli altri, è Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e già ministro dell’Ambiente, e TeleAmbiente si mobiliterà attivamente per il referendum.
“Sarà referendum contro la nuova legge a favore del vecchio nucleare da fissione, quello con le scorie attive, che già gli italiani hanno bocciato nel 1987 e nel 2011. Partiremo subito con la raccolta delle 500 mila firme necessarie, quindi se il governo insiste con questa follia, per accontentare alcuni fanatici del vecchio nucleare da fissione, noi non potremo che chiamare i cittadini a decidere e a scegliere” – ha spiegato Alfonso Pecoraro Scanio, due volte ministro (delle Politiche agricole e forestali nel governo Amato II, dall’aprile 2000 al giugno 2001, e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare nel governo Prodi II, dal maggio 2006 al maggio 2008) e oggi presidente della Fondazione UniVerde – “Siamo in un Paese dove il governo ancora non riesce a trovare il Deposito per le vecchie scorie nucleari e vorrebbe rimetterci centrali a fissione nucleare, con altre scorie radioattive? Mi sembra davvero una follia. Quindi, sarà referendum se il governo insisterà con questa follia e questi fanatici perderanno per la terza volta. Si investa, piuttosto, sulle rinnovabili, visto che è evidente, ed è chiaro anche per tutti gli economisti, che oggi la produzione di energia elettrica dalle rinnovabili, principalmente dal sole e dal vento, costa molto meno di quella prodotta con il nucleare da fissione o di quella prodotta con i combustibili fossili“.