Nucleare, Pichetto Fratin: “I referendum non hanno valore per i reattori di IV generazione”

Il ministro dell’Ambiente del governo Meloni ha aperto al ritorno al nucleare in Italia aggirando i referendum in materia del 1987 e del 2011

Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin pensa che l’Italia tornerà presto ad utilizzare il nucleare come fonte energetica. E a chi gli fa notare che esistono due referendum – l’ultimo del 2011 – con i quali gli italiani hanno detto il loro secco no a questa ipotesi, il ministro risponde che quei referendum non hanno valore se si parla di nucleare di quarta generazione. 

Pichetto Fratin non ha usato giri di parole in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale”. I referendum sul nucleare, ha spiegato, “si riferiscono a una tecnologia che non esiste più. Ho recentemente consultato costituzionalisti che mi hanno confermato la legittimità di un’azione di governo in questa direzione”. 

In altre parole, il ministro dell’ambiente del governo Meloni ha dichiarato che qualora l’esecutivo volesse introdurre in Italia il cosiddetto nucleare di quarta generazione lo potrebbe fare.

I reattori di quarta generazione sono ancora in fase sperimentale e consistono in diverse tecnologie – dai sistemi di raffreddamento a elio, all’uso di combustibili disciolti in sali fusi – ma tutti accomunati dalla volontà di rendere la produzione di energia nucleare più sicura, più affidabile e meno inquinante.

Per l’Italia Pichetto Fratin pensa ai cosiddetti reattori modulari, cioè piccoli reattori nucleari che possono essere costruiti sfruttando poco spazio. Parlando con i giornalisti il ministro ha detto: “Posso immaginare che tra cinque o sei anni saranno i consorzi di imprese energivore a volersi dotare di mini reattori nucleari da 400 o 500 megawatt per rendersi autosufficienti, sicuri e con emissioni zero”. 

Il nucleare, ha continuato il ministro, “è una partita energetica  da cui non possiamo stare fuori”. I motivi, secondo Pichetto Fratin, sono di natura ambientalista: bisogna generare energia a zero emissioni di CO2 e le rinnovabili da sole non bastano.

Il governo Meloni, insomma, pare stia preparando la strada – tappa dopo tappa – ad un ritorno del nucleare in Italia. Che venga imposta dall’alto l’introduzione del nucleare di quarta generazione, però, è un’ipotesi piuttosto improbabile, nonostante le parole del Ministro dell’ambiente. Perché il nucleare resta un argomento divisivo e i partiti che formano il governo Meloni rischiano di giocarsi il consenso degli italiani.