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Nucleare, Pichetto Fratin: “Nel 2025 il decreto che preparerà il terreno al ritorno dell’atomo”

Il governo Meloni punta a introdurre un nuovo quadro giuridico per il nucleare, preparando il terreno per un eventuale ritorno dell’energia atomica in Italia.

“Nel primo o nel secondo Consiglio dei Ministri del 2025, prevedo di presentare il disegno della legge per il nuovo quadro giuridico Nucleare”, a dirlo durante un incontro con i giornalisti per lo scambio di auguri è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Il ministro ha poi spiegato che dopo aver presentato il decreto in Cdm “sarà il Parlamento a determinare le tempistiche”. 

È ormai risaputo che il governo Meloni intende mettere in discussione i due no al nucleare che gli italiani hanno detto con i referendum del 1987 e del 2011. Per questo motivo sta preparando il terreno al reintegro, nel mix energetico del Belpaese, dell’energia prodotta dall’atomo.

In questo contesto si inserisce l’annuncio della presentazione in Consiglio dei ministri del decreto sul nucleare. “Creiamo un quadro giuridico affinché nel momento in cui ci sarà bisogno ci saranno gli strumenti per decidere”, ha spiegato ancora il ministro Pichetto Fratin.

Insomma, fa sapere ancora il ministro, con il decreto di gennaio non si darà l’avvio alla costruzione di nuove centrali nucleari ma semplicemente si preparerà il terreno per quando il governo intenderà sollevare la questione davanti agli italiani.

Pichetto Fratin: “Le rinnovabili non bastano”

Parlando con la stampa, il ministro dell’Ambiente ha voluto sottolineare lo sforzo del nostro Paese sul fronte delle rinnovabili. “Quando sono arrivato – ha detto Pichetto Fratin – l‘incremento annuale per le rinnovabili era di 1,5 GW, poi abbiamo fatto 3 GW. Poi mi sono dato l’obiettivo di 6 GW e siamo riusciti ad arrivare a 5,6 GW”. 

Buoni risultati che però, dice ancora il ministro, non bastano nell’ottica del governo. “Serve un altro mix energetico perché i consumi elettrici sono aumentati molto e molto aumenteranno.Già oggi prendiamo il 10-15% della nostra elettricità dalla Francia, che è nucleare”. 

Gli SMR nei piani nucleari del governo 

Dunque nessun grande balzo in avanti sul fronte nucleare per l’Italia ma la preparazione del terreno per quando (e se) il governo guidato da Giorgia Meloni deciderà di mettere mano a una riforma del sistema energetico italiano.

Già da tempo è chiaro che il progetto dell’esecutivo punta tutto sui cosiddetti SMR, Small Modular Reactor. 

Si tratta di reattori nucleari modulari e più piccoli rispetto a quelli che siamo abituati a conoscere. Reattori che, secondo i sostenitori dell’energia atomica, potrebbero essere costruiti direttamente nei distretti industriali permettendo alle aziende di abbattere i costi di produzione risparmiando proprio sull’energia.

Al momento reattori modulari di questo tipo in Europa non esistono. Le ricerche su questo tipo di generatori di energia elettrica da nucleare sono ancora in fase sperimentale. Ma l’obiettivo, secondo Pichetto Fratin, è portare gli Small Modular Reactor in Italia nel giro di cinque anni, entro il 2030.

Il no al nucleare degli ambientalisti

Se il governo è pronto alla reintroduzione del nucleare in Italia, la gran parte delle associazioni ambientaliste italiane continua a dire no al suo utilizzo.

Un no rinnovato con la creazione del network 100% rinnovabili che ha recentemente pubblicato un report nel quale dimostrerebbe che il reintegro del nucleare nel mix energetico italiano farebbe aumentare i costi dell’energia in bolletta.

“Il nucleare – ha detto a TeleAmbiente Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia – ha dei costi insostenibili per l’Italia e, ormai, anche per l’Europa. Tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione prodotti dalle stesse agenzie che lavorano nel campo del nucleare dimostrano che il costo del nucleare attualmente, escludendo peraltro tutti i costi dello smaltimento, è molto più alto rispetto a quello delle fonti sostenibili”.

Dante Caserta ha poi aggiunto: “Quello che diciamo sempre è che, in realtà, c’è una grande bufala per quanto riguarda il nucleare: attualmente, in Italia, serve semplicemente a ritardare la messa a terra e il superamento delle fonti fossili attraverso le fonti rinnovabili, facendoci perdere molto tempo.

Invece, è importante, da questo punto di vista, lanciare una sfida perché è necessario che l’Italia si doti di una pianificazione e programmazione energetica seria”.