L’inserimento nello scenario del mix energetico al 2050 previsto dal Pniec è una novità di portata storica. Politica, esperti e imprese continuano a confrontarsi sulle prospettive future: l’ultimo incontro a Roma, organizzato da Aware.
La novità dell’inserimento del nucleare nell’aggiornamento al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) inviato dall’Italia alla Commissione europea è di portata storica. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha infatti ipotizzato, al 2050, uno scenario con l’energia atomica che contribuirà all’11% del mix energetico nazionale. Tutto, però, dipenderà dall’effettiva disponibilità delle tecnologie, e va ricordato che gli small modular reactors, i più promettente nel medio termine, al momento sono effettivamente utilizzati solo da Russia e Cina, mentre la fusione nucleare è ancora in una fase preliminare di ricerca e sviluppo.
Intanto, però, si cerca di costruire un percorso che dovrà tenere conto del quadro normativo, della formazione e dell’implementazione a livello commerciale. Per questo motivo Aware, presso la sede di Spazio Europa a Roma, ha organizzato un incontro tra decisori politici, tecnici ed esperti, e rappresentanti dell’industria italiana.
“Questo incontro è un importante momento di confronto, siamo qui per verificare la sinergia tra politica, mondo accademico e scientifico, e altre autorità preposte. Tutti gli obiettivi di scenario hanno una loro variabile di imponderanza da mettere in conto, per questo è stata individuata una percentuale non altissima di contribuzione al mix energetico per il 2050” – ha spiegato Fabrizio Penna, capo del Dipartimento dell’Unità di Missione per il PNRR del MASE – “C’è una tendenza globale, certificata anche alla Cop28 di Dubai, e noi come Paese, con i nostri problemi giuridici da risolvere dopo i due referendum, non possiamo tenerci fuori da una corsa tecnologica a cui sta partecipando tutto il mondo. Per questo siamo membri dell’Alleanza nucleare e di diversi tavoli internazionali come osservatori“.
“Nel Pniec l’obiettivo di scenario ha una percentual non altissima ma sicuramente rilevante all’interno del mix energetico. Teniamo presente che ci sono diverse tecnologie che si affacciano anche in ambito europeo” – ha aggiunto Fabrizio Penna – “Oltre ai temi della fissione e della fusione, ci sono gli small modular reactors che sicuramente attraggono l’attenzione delle autorità anche per la loro facilità di installazione e perché al momento non vengono riscontrate scorie residue. Un’evoluzione tecnologica molto rapida che impone alle autorità competenti di non tralasciare il tema“.
“L’ISIN è un ente indipendente dall’industria e dalla politica, che deve garantire la sicurezza nucleare e quindi, per l’ambiente e per la cittadinanza, il rispetto delle leggi nazionali che derivano anche da quelle internazionali. Il nostro compito è di garantire il rispetto delle regole, ci fa piacere partecipare anche per sentire come tutto il Paese intende muoversi” – il punto dell’ingegner Enrico Mainardi, Nuclear Safety Officer dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) – “Il nostro compito principale in Italia è legato al decomissioning, allo smantellamento dei reattori esistenti e alle istruttorie per la ricerca. È anche nostro interesse, però, essere al corrente delle nuove prospettive. Siamo in un contesto europeo e seguiamo varie piattaforme, dobbiamo essere aggiornati su tutto, tanto più dobbiamo essere preparati e conoscere le tecnologie nel caso in cui si verifichi un incidente nucleare ai confini“.