Il nucleare è più costoso delle rinnovabili e nel caso di reintroduzione nel mix energetico italiano aumenterebbe il costo dell’energia. A dirlo è un report presentato dalle maggiori associazioni ambientaliste
La crisi energetica si fa sentire in Italia più che altrove con un costo dell’energia che nel Belpaese è molto superiore rispetto a molte altre nazioni europee. Per questo motivo da tempo il governo Meloni insiste sulla necessità di reintrodurre anche in Italia l’energia nucleare. Ma tornare a produrre elettricità dall’atomo rappresenterebbe davvero un guadagno per il nostro Paese?
No, almeno secondo quanto affermato dal Network 100% Rinnovabili che ha presentato un report sui costi del nucleare nel caso di una sua reintroduzione nel mix energetico.
Nel documento presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dalle principali associazioni ambientaliste italiane si legge che “il nucleare renderebbe più cara l’energia elettrica. Un costo ben maggiore rispetto a quello delle fonti rinnovabili”.
100% Rinnovabili Network: Preoccupano anche i costi di smantellamento, bonifica dei siti nucleari contaminati e gestione dei rifiuti radioattivi. Quest’ultimi si aggirano in un intervallo di 422—566 miliardi di euro.
Il report sui costi del #nucleare qui:https://t.co/l4E5pUiitY— Legambiente Onlus (@Legambiente) December 10, 2024
“Il nucleare – ha detto a TeleAmbiente Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia – ha dei costi insostenibili per l’Italia e, ormai, anche per l’Europa. Tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione prodotti dalle stesse agenzie che lavorano nel campo del nucleare dimostrano che il costo del nucleare attualmente, escludendo peraltro tutti i costi dello smaltimento, è molto più alto rispetto a quello delle fonti sostenibili”.
Dante Caserta ha poi aggiunto: “Quello che diciamo sempre è che, in realtà, c’è una grande bufala per quanto riguarda il nucleare: attualmente, in Italia, serve semplicemente a ritardare la messa a terra e il superamento delle fonti fossili attraverso le fonti rinnovabili, facendoci perdere molto tempo.
Invece, è importante, da questo punto di vista, lanciare una sfida perché è necessario che l’Italia si doti di una pianificazione e programmazione energetica seria”.
Nucleare più costoso anche nel caso degli SMR
Secondo quanto si legge nel report in Europa nel 2023 il costo di generazione dell’elettricità prodotta da nuove centrali nucleari è stato di 170 $/MWh. Circa 3,4 di più del costo per il fotovoltaico che si ferma a 50 $/MWh. Ma molto più costosa anche dell’energia prodotta dal vento e in particolare con l’eolico onshore. In questo caso il costo è di 60$/MWh e quindi il vento risulta essere 2,8 volte più economico dell’atomo.
E in futuro le cose non cambieranno. Nel 2030, sempre secondo quanto si legge nel report sui costi dell’energia atomica, la differenza tra nucleare e solare sarà di 100 $/MWh mentre tra il nucleare e l’eolico onshore di 80 $/MWh.
Chi oggi guarda alla reintroduzione del nucleare in Italia fa riferimento soprattutto agli SMR, gli Small Modular Reactor. Si tratta di reattori nucleari modulari e più piccoli rispetto a quelli che siamo abituati a conoscere.
Reattori che, secondo i sostenitori dell’energia atomica, potrebbero essere costruiti direttamente nei distretti industriali permettendo alle aziende di abbattere i costi di produzione risparmiando proprio sull’energia. Ma è davvero così?
No, secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Ci sono già studi, evidentemente non a consuntivo perché in Occidente non esistono ancora SMR dove è chiarissimo che non ci sono evidenze che indichino un costo inferiore; anzi, essendo più piccoli, perdono le economie di scala e potrebbero costare di più. Ormai il costo dell’energia elettrica generata dai nuovi reattori nucleari è da tre a quattro volte superiore a quello del solare fotovoltaico.
Anche considerando i maggiori costi dell’accumulo, necessari per affrontare la discontinuità delle rinnovabili — accumuli a breve, medio termine e persino stagionali — si arriva comunque a un vantaggio del costo di generazione delle fonti rinnovabili rispetto al nucleare”, ha spiegato Ronchi a TeleAmbiente.
Nucleare più costoso. A dirlo sono i dati del settore
Dunque la reintroduzione dell’energia atomica in Italia non converrebbe neanche se si parla di Small Modular Reactor, almeno stando ai dati pubblicati nel report.
Dati che, sottolineano i promotori del documento, sono al di sopra di ogni sospetto.
“Nel rapporto – dice a TeleAmbiente il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani – le fonti citate non sono ambientaliste: l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la grande finanza internazionale.
Non abbiamo avuto il tempo di includere l’ultimo dato di Standard & Poor’s, che nei giorni scorsi ha aggiornato informazioni significative sull’insostenibilità economica del nucleare. Si tratta di un rapporto presentato dagli ambientalisti, ma che non cita fonti ambientaliste, il che ci sembra il modo migliore per evitare un approccio ideologico”.
“Questa discussione, animata in maniera ideologica dal governo da una parte e da Confindustria dall’altra, merita una risposta basata su dati imparziali, non di parte, ma provenienti dai produttori di energia a livello internazionale.
Nel caso dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, ad esempio, l’abbiamo spesso criticata per essere troppo vicina alle fonti fossili e poco favorevole alle rinnovabili. Oggi, però, utilizziamo proprio questi dati, che dicono esattamente il contrario di ciò che sostiene la propaganda nuclearista nel nostro Paese”, conclude Ciafani.