Norvegia. Al bando gli allevamenti di animali da pelliccia in Norvegia. Il governo ha stabilito che il divieto diventerà definitivo entro il 2025. Ma due tra le più note associazioni ambientaliste internazionali denunciano : “La Norvegia uccide le balene per sfamare i suoi animali da pelliccia”.
Con circa 610 mila visoni e 150 mila volpi, secondo dati del ministero dell’Agricoltura, la Norvegia è ancora uno dei maggiori produttori europei. La decisione è stata assunta dal governo conservatore della premier Erna Solberg su istanza del Partito Liberale: il divieto diventerà definitivo entro il 2025 in seguito al progressivo smantellamento e chiusura dei 200-250 allevamenti in funzione.
Ma due tra le più note associazioni ambientaliste internazionali che si occupano di natura e animali EIA (Environmental Investigation Agency) e AWI (Animal Welfare Institute) hanno reso noto in un documento la drammatica ripresa della stagione di caccia alla balena da parte della Norvegia. Il Giappone, infatti, non è l’unico ad aver deciso di riprendere la caccia alle balene per scopi commerciali da luglio 2019.
Nel 2014 più di 113 tonnellate di carne di balena, furono destinate al Rogaland Pelsdyrforlaget, grande azienda norvegese che si occupa proprio di cibo destinato agli allevamenti di animali da pelliccia. Balene morte per dare da mangiare ad animali che presto faranno la stessa fine. Grandi numeri che però, sottolineano le associazioni, saranno ampiamente superati da quelli previsti per la stagione 2019 che sta per partire. Sarebbero oltre 800 le Minke Whales (balenottera minore antartica) che la Norvegia si appresta a cacciare.
Nonostante il declino registrato del consumo di carne di balena tra le stesse popolazioni, la quasi totalità di questa verrà utilizzata per sfamare milioni di pellicce a quattro zampe e, in caso di possibili eccedenze, con il mercato giapponese indicato tra gli ulteriori destinatari. “La caccia alle balene – ha dichiarato Susan Millward di AWI -non dovrebbe trovare posto nelle società civilizzate. Uccidere questi magnifici animali per sfamare altri animali sofferenti, poi, è indice del fatto che i norvegesi non hanno alcun bisogno legittimo di carne di balena”.
Le balene sono state portate sull’orlo dell’estinzione da una caccia spietata condotta per più di un secolo a scopo di lucro. Dall’invenzione del cannone spara arpione, nel 1864, all’anno della moratoria sulla caccia alla balena, nel 1986, le balenottere azzurre sono passate da 250.000 a 10.000, le balenottere comuni da 600.000 a 50.000, le megattere dalle lunghe canzoni da 150.000 a 25.000.
Un massacro che non ha alcun tipo di giustificazione per questa specie che viene messa a dura provo non solo dalle attività di caccia: oggi le balene sono minacciate anche dall’ inquinamento degli oceani e dalla pesca industriale che sta svuotando i mari. Sono più di 300.000 le balene vengano uccise ogni anno dall’inquinamento, dalla fame, dalle reti della pesca industriale. Dagli allevamenti di animali da pelliccia alla caccia alle balene per scopi commerciali, ecco come l’uomo sta distruggendo l’ecosistema. Questo succede anche in Europa, in un paese come la Norvegia preso sempre come modello per le pratiche etiche e ambientali.
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