Home Agricoltura Nocciole laziali -50%, Coldiretti chiede un Tavolo di crisi

Nocciole laziali -50%, Coldiretti chiede un Tavolo di crisi

Mani che tengono nocciole laziali fresche, simbolo di qualità e tradizione agricola, in un contesto di crisi nel settore richiesto da Coldiretti.

È arrivato il momento di intervenire nel settore corinicolo, il settore della produzione delle nocciole. Lo sostiene Coldiretti Lazio in un appello lanciato alla Regione per la convocazione di un Tavolo di Crisi. Il comparto sperimenta una riduzione della produzione pari al 50% con punte del 70% in alcune zone del Lazio.

La nocciolicoltura soffre delle conseguenze della crisi climatica, tra queste il caldo eccessivo ha provocato al maturazione sfalsata delle nocciole costringendo i produttori a una raccolta più costosa a scalare.

Per questo secondo il segretario Granieri è necessario costituire un Fondo mutualistico. La dotazione minima di tale fondo dovrebbe essere pari a 5 milioni di euro per potere elargire ristori dei danni derivanti da eventi estremi come “eccesso di pioggia, gelate tardive, siccità, bombe di calore”.

Finora i danni causati nel Lazio dai cambiamenti climatici sono pari a 300 milioni di euro.

Il settore supera i 120 milioni di euro di fatturato. Nel Lazio, seconda regione italiana per produzione di nocciole, è coltivata una superficie 27mila ettari, prevalentemente nella Tuscia, il raccolto supera le 45mila tonnellate annue.

La crisi è acuita anche da specie come la Cimice asiatica che hanno decimato la produzione. Le punture di cimice causano dei fori che permettono ai funghi di proliferare e quindi al prodotto di marcire.

La corinicoltura del Lazio – afferma Granieri – ha avuto la capacità di trasformare aree di montagna in terre ricche e produttive dopo 4 anni di difficoltà, ha bisogno di attenzione, lavoro e risorse, anche finalizzate alla promozione e valorizzazione dello stesso prodotto regionale, messo in seria difficoltà da importazioni selvagge di prodotto similare, come quelle provenienti dalla Turchia, di minore prezzo e non rispettoso della reciprocità, soprattutto rispetto delle norme lavoristiche di chi opera nel settore, oltre che all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Anche in questo settore la valorizzazione del vero prodotto italiano ha la necessità di un percorso chiaro e trasparente, anche attraverso la valorizzazione di una delle poche DOP del territorio laziale, che ha estremamente bisogno di sostegni per la promozione”.

La coltivazione di nocciole è particolarmente diffusa nel viterbese. Proprio le nocciole varietà Tonda gentile romana sono state protagoniste di un’importante ricerca scientifica sul cancro. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Natural Product Research, hanno dimostrato che l’estratto può essere utile contro il cancro al fegato.