Nepal, oltre 250.000 animali uccisi al Festival di Gadhimai

Nepal, oltre 250.000 animali uccisi al Festival di Gadhimai

Tabella dei Contenuti

Tra gli animali decapitati durante il controverso Festival di Gadhimai, anatre, bufali, capre, galline, piccioni e ratti. HSI/India: “Uno spaventoso bagno di sangue”.

Uno spaventoso bagno di sangue“. Così lo staff di Humane Society International (HSI)/India ha definito l’uccisione di migliaia di animali durante il Festival di Gadhimai, in Nepal, in Asia, tra l’8 e il 9 dicembre 2024. Dopo essersi radunati nel villaggio di Bariyarpur, i partecipanti, attraverso una spada dalla lama affilatissima, hanno decapitato almeno 4.200 bufali e un numero imprecisato di anatre, capre, galline, piccioni e ratti. Secondo alcune testimonianze oculari, i cuccioli sterminati in appena 48 ore potrebbero essere stati tra i 250.000 e i 500.000. Una tradizione anacronistica, barbara e crudele che, a detta delle comunità locali, dovrebbe spingere la Dea Gadhimai a garantire prosperità alla popolazione.

Di certo, il tempestivo intervento di ambientalisti, animalisti ed ecologisti, in collaborazione con la polizia locale, ha contribuito al salvataggio di 750 animali. Se gli attivisti hanno liberato in natura 328 piccioni, i santuari hanno ospitato 74 bufali, 347 capre e due galline.

Ad aggiungere orrore all’orrore, a detta dello staff di Humane Society International (HSI)/India, sono state le precarie condizioni igienico-sanitarie del villaggio di Bariyarpur. Già, perché qui migliaia di pellegrini sono stati avvolti dal fetore di feci e sangue. Un’antica ricorrenza che, nonostante lo stop imposto dalla Corte Suprema del Nepal, sembrerebbe non avere fine. Proprio per questo le organizzazioni non governative, oltre ad avere sensibilizzato la cittadinanza sul tema, stanno lavorando giorno e notte per bandire, una volta per sempre, il Festival di Gadhimai.

Nepal, Arkaprava Bhar (HSI/India): “Ecco cosa ho visto al Festival di Gadhimai”

Abbiamo salvato bufali dal retro dei furgoni, capre avvolte nelle sciarpe sui sedili posteriori delle motociclette, polli appesi a testa in giù sulle fiancate dei veicoli e piccioni trasportati all’interno di ceste o scatole. Le sofferenze subite dagli animali sono sconvolgenti e inutili. Creature che, dopo essere state costrette ad affrontare viaggi estenuanti e dopo avere fatto i conti con la mancanza di cibo, acqua e riposo, finiscono nella confusione del Festival di Gadhimai e assistono all’uccisione dei loro simili“, ha commentato Arkaprava Bhar, Responsabile dello Sviluppo delle Campagne di Humane Society International (HSI)/India.

Non avevo mai visto nulla di così choccante e inquietante. Ci sono animali che vengono decapitati dappertutto e macchie di sangue rosso vivo per terra. Cuccioli come i bufali e le capre sono esseri sensibili e senzienti, dunque, consapevoli di quanto succede attorno a loro. Un orribile calvario. Questo spaventoso bagno di sangue deve finire. È, però, confortante sapere che, assieme alla polizia di frontiera, siamo riusciti a strappare a morte certa centinaia di animali. Ora, queste creature potranno vivere nei rifugi. Ogni bufalo, capra e piccione che abbiamo salvato è prezioso, ma esortiamo il Governo del Nepal ad agire in modo decisivo, affinché in futuro il Festival di Gadhimai avvenga senza spargimento di sangue“.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da HSI/India (@hsi_india)

Nepal, Sneha Shrestha (FAWN): “Intimidazioni a giornalisti e ONG durante il Festival di Gadhimai”

L’Amministrazione Locale ha intimidito giornalisti e organizzazioni non governative, violando il diritto alla libera comunicazione, durante il Festival di Gadhimai. Il Governo Locale, assieme a quello Centrale, non ha supportato la nostra Campagna. Stavolta il comitato organizzativo del Festival di Gadhimai prima ha aumentato l’altezza del muro circondante solito ospitare la mattanza e poi ha schierato la polizia locale lungo il perimetro. Il Governo del Nepal ha avuto cinque anni per adeguarsi alla sentenza della Corte Suprema del Nepal, ma non ha intrapreso alcuna azione e, al contrario, ha promosso le uccisioni“, ha affermato Sneha Shrestha, Fondatrice di Sneha’s Care e Presidente della Federation of Animal Welfare Nepal (FAWN).

Pubblicità
Articoli Correlati