In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) L’Ue vuole ripristinare almeno il 20% delle superfici terrestri; 2) Il settore aereo non è sulla strada della sostenibilità; 3) Fideuram accelera sulla sostenibilità; 4) Roma, il termovalorizzatore per una “Capitale pulita”
In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) L’Ue vuole ripristinare almeno il 20% delle superfici terrestri: Il Parlamento europeo si prepara a votare il testo finale sulla Nature Restoration Law, la Legge sul ripristino della natura elaborato dalla Commissione europea, che ha lo scopo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e acquatiche dell’Unione, con estensione entro il 2050 a tutti gli ecosistemi bisognosi di recupero non solo relativamente alle aree protette ma comprendendo anche i terreni agricoli e le aree urbane. Non si tratta di una Direttiva ma di un Regolamento e pertanto deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea. Entro due anni dal completamento dell’iter legislativo gli Stati avranno l’obbligo di adottare dei Piani nazionali di Ripristino, da sottoporre al controllo della Commissione, inviando rapporti annuali sui progressi e l’attuazione delle misure previste. L’obiettivo generale è quello di contribuire alla ripresa continua, a lungo termine e duratura della biodiversità e della resilienza della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’UE mediante il ripristino degli ecosistemi che non porta automaticamente a un aumento delle aree protette, ma bensì proteggere la natura e ripristinare quella perduta in termini di biodiversità. Secondo l’ultima valutazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) sullo “Stato della natura nell’UE 2020”, l’81% degli habitat protetti, il 39% delle specie di uccelli protetti e il 63% delle altre specie si trovano in un cattivo stato di conservazione; tra le cause l’agricoltura intensiva e l’uso indiscriminato di pesticidi e fertilizzanti, il consumo di suolo, l’inquinamento, la selvicoltura non sostenibile.
2) Il settore aereo non è sulla strada della sostenibilità: Il settore aereo non è sulla strada della sostenibilità. Entro il 2050 anche il settore dell’aviazione dovrà raggiungere la neutralità carbonica, ma secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, gli sforzi compiuti finora da governi e aziende per ridurre le emissioni del trasporto aereo non sono in linea con gli obiettivi. Nel 2019, il settore dell’aviazione ha emesso oltre 1.000 mega tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. Dopo il breve calo registrato negli anni della pandemia, dal 2022 le emissioni climalteranti del trasporto aereo sono tornate a crescere. Il settore dell’aviazione nel 2022 infatti, è stata responsabile di circa il 2,8% delle emissioni globali di CO2. Il 2023 ha registrato il piu alto numero di persone trasportate, circa 4,7 miliardi di persone trasportate e gli esperti concordano sul fatto che questo numero continuerà a salire anche nei prossimi anni. Ma la lotta ai cambiamenti climatici passa necessariamente per una riconversione di tutti i settori dell’economia, aviazione compresa. A differenza di altri settori, però, con le tecnologie attuali sembra improbabile che il trasporto aereo possa davvero diventare sostenibile in tempi brevi. Pertanto, il futuro dell’aviazione passerà dunque da un mix di tre diverse tecnologie: aerei elettrici, aerei a idrogeno e carburanti sostenibili. Ma c’è anche chi suggerisce un’altra soluzione: ridurre la domanda con l’aumento dei prezzi di voli o con l’eliminazione delle tratte a breve raggio che possono essere realizzate con i treni.
3) Fideuram accelera sulla sostenibilità: La finanza può svolgere un ruolo fondamentale per promuovere i temi legati alla sostenibilità, ma servono strumenti adeguati. Come i green bond, ancora non abbastanza conosciuti dai risparmiatori ma dal forte impatto sul Pil. Ne ha parlato Simone Chelini, Head of ESG & Strategic Activism di Fideuram Asset Management SGR.
4) Roma, il termovalorizzatore per una “Capitale pulita”: Il termovalorizzatore può contribuire a colmare il gap tra Roma e le altre capitali d’Europa sulla gestione dei rifiuti. È quanto emerso dal dibattito “Capitale pulita”, che si è svolto nell’ambito del ciclo di incontri “Roma Locomotiva d’Italia“, organizzato dal quotidiano “Il Tempo”. L’unico progetto presentato in fase preliminare è quello di Acea, in partnership con Hitachi, Suez e Vianini.