I ragazzi dell’Area Penale di Napoli sono stati coinvolti in una giornata di immersioni per tutelare l’ambiente marino
Una giornata a Napoli all’insegna di amore per il mare e per l’ambiente, inclusione e riscatto sociale. È questo l’obiettivo del progetto “Bust Buskers Mare Nostrum”, promosso dal Dipartimento di Giustizia Minorile della Campania, insieme a Archeoclub d’Italia in collaborazione con la Marina Militare, che ha coinvolto i ragazzi dell’area penale della Campania.
Il progetto Bust Busters Mare Nostrum di Napoli
Il progetto Bust Busters Mare Nostrum permette ai ragazzi del Centro di Giustizia Minorile di acquisire competenze nella pratica subacquea per essere poi avviati nel mondo del lavoro. I ragazzi si immergono nei fondali per svolgere attività a tutela dell’ambiente, come la raccolta dei rifiuti e la pulizia dei fondali. Inoltre si guarda al riscatto dei ragazzi, che riparte dal mare e dai suoi insegnamenti. Madrina dell’evento la giornalista e scrittrice Claudia Conte.
Crescita e reinserimento dei ragazzi
Questa esperienza educativa, unica del suo genere, offre un percorso di crescita e reinserimento nella società civile di ragazzi dal passato difficile, che hanno sbagliato, ma che mostrano il desiderio di cambiamento e di riscatto. Ai ragazzi si propone un modello di vita caratterizzato dai principi insiti nelle attività marinare, quali la legalità, l’onestà e il rispetto reciproco.
Le immersioni nel golfo di Napoli
Alcuni ragazzi hanno preso il brevetto per sub e adesso si dedicano al recupero dell’ecosistema di Borgo Marinari, il borgo che si trova sull’Isolotto di Megaride, vicino Castel dell’Ovo. Il progetto punta a ripulire sia la superficie dell’acqua, sia il fondale di questa zona. In questo modo i ragazzi coinvolti potranno comprendere anche l’importanza della risorsa geologica e scoprire il patrimonio ambientale dei fondali italiani, unendo così l’aspetto sociale con quello scientifico.
La motovela della legalità
Le immersioni a Napoli avvengono dalla motovela della legalità MareNostrum Dike, un tempo nota come Oceanis 465, con la quale gli scafisti trafficavano persone, bambini e donne dalla Turchia alla Sicilia. La Oceanis 465 è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza, poi confiscata e recentemente affidata ad Archeoclub D’Italia, a supporto di iniziative sociali e culturali come questa.