Il convegno a Roma, nella sede del Ministero della Salute: insieme al Prof. Aldo Morrone, tanti esponenti istituzionali ed esperti sanitari di tutto il mondo.
Un convegno internazionale per affrontare il problema culturale e sanitario della mutilazione genitale femminile. Nella sede del Ministero della Salute, a Roma, si sono confrontati diversi esperti italiani e internazionali, a cominciare dal professor Aldo Morrone, che ha moderato e concluso il convegno.
Riprendere quel percorso e accelerare è l’imperativo assoluto per fermare l’infibulazione e altre pratiche di mutilazione genitale molto pericolose per la salute delle donne. Un fenomeno molto più culturale che religioso, come spiegato anche in alcuni interventi del convegno internazionale. Ed è per questo che occorrono l’impegno di tutti i Paesi e degli enti internazionali ma anche e soprattutto investimenti in ambito non solo sanitario, ma anche sociale, culturale e politico.
“Abbiamo raggiunto dei buoni risultati, anche se parziali, ma la pandemia ha demolito questi risultati. Negli ultimi tre anni sono purtroppo aumentate le bambine infibulate e abbiamo bisogno di recuperare per salvaguardare la salute e la dignità di queste donne e bambine. Dobbiamo farlo in Italia come nei Paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia” – ha spiegato il prof. Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano – “Servono investimenti strutturali, finanziari e professionali in Italia e in collaborazione con i sistemi sanitari dei Paesi in cui c’è una forte tradizione scissoria. Il Piano Mattei potrebbe essere un’opportunità, le istituzioni italiane ed europee devono capire che non c’è futuro per le donne se non interveniamo anche in queste aree. Oggi dobbiamo lanciare un appello: accanto al grande tema dell’energia, c’è anche quello della dignità e della salute delle donne e delle bambine“.