Il cantautore genovese ospite della rassegna Visioninmusica, ai microfoni di Teleambiente ha parlato di De Andrè e del mondo dei cantautori. “Il cantante ti vende una canzone – ha detto Baccini – il cantautore ti vende un mondo”.
In occasione del primo appuntamento della 20esima edizione di Visioninmusica a Terni, è andato in scena il concerto del cantautore genovese Francesco Baccini.
L’artista sul palco ternano ha messo in scena lo spettacolo ‘Archi e frecce’, una rivisitazione, con un nuovo arrangiamento, del suo repertorio trentennale.
Ai microfoni di Teleambiente, si è raccontato
“Il primo video del disco – ha riferito Baccini – ‘Archi e frecce’, era ‘Navigante di te’, uscì proprio un anno fa, quindi è esattamente un anno che porto avanti questa formazione”.
“Alcuni brani – ha detto Baccini – si sposano con questo arrangiamento, altri un po’ meno, come ‘Genova Blues’ che facciamo piano e chitarra. Questo è un progetto Unplugged, nel vero senso della parola, fatto con strumenti acustici, suonato. Nel disco ci sono anche clarinetto, armonica, nella formazione live invece abbiamo soltanto piano, chitarra e i 4 archi”.
“Nel concerto– ha sottolineato – c’è anche un omaggio a De Andrè ed uno a Tenco, io sono il penultimo dei moicani, sono rimasti, Gino Paoli, Ivano Fossati e poi ci sono io. Quello dei cantautori, è un genere che amano tutti però è in via di estinzione, non si sentono nei grandi network, non vanno in televisione, però fanno parte della tradizione italiana, forse la tradizione italiana più importante”.
La tradizione dei cantautori, che dicevano qualcosa
“La differenza tra un cantautore e un cantante – ha continuato Baccini sempre a Teleambiente – è che il cantante ti vende una canzone, il cantautore ti vendo un mondo. In genere il cantautore pensa a un album, non pensa ad un singolo. Ogni volta che io facevo un album, scegliere un singolo era un incubo, perché per me le canzoni sono tutte uguali, io non penso al singolo, anzi normalmente mi piacciono di più, sempre quelle che non vanno in radio”.
“In questo disco infatti (‘Archi e frecce’ ndr) – ha sottolineato l’artista – oltre ai grandi successi, ho messo una serie di canzoni che erano dentro gli album e che, per tanta gente, è come fossero nuove, perché se non hai quel determinato disco, non le hai mai sentite, poi ci sono degli inediti. Diciamo che è una somma di me, a 360 gradi, partendo proprio dalla musica classica perché io sono partito da lì”.
Il rapporto con la tv
“La tv mi manca zero – ha sorriso Baccini – anzi io con la televisione faccio a botte. L’unica cosa che ho fatto è stata ‘Music farm’ e mi pento di averla fatta. Ero finito lì dentro convinto fosse un’altra cosa e poi mi sono ritrovato a convivere con Iva Zanicchi, e dopo 40 giorni uno va fuori di testa”.
“Nella mia adolescenza – ha raccontato – quando c’erano, non so, i vari Bennato, Venditti, De Gregori, gli anni d’oro dei cantautori, noi non li volevamo proprio vedere in televisione. Se li avessimo visti in tv, sarebbe stata la loro fine”
“Fabrizio De Andrè in tv c’è andato, credo tre volte – ha ricordato Baccini – ripreso a casa sua, addirittura lui non faceva neanche le interviste, ‘parlando’, lui le faceva via fax”
“Io dico sempre – ha concluso Francesco Baccini – un artista può anche diventare un prodotto, perché se in quel momento va incontro ai gusti del pubblico, e qualcuno compra i dischi, è vendibile, il contrario è impossibile. Se io faccio un prodotto alla base, commerciale, vuol dire che l’arte non c’è”.