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Murales antismog, le opere in grado di combattere l’inquinamento: dove trovare i più belli

Quale sarebbe la vostra reazione se vi dicessimo che al giorno d’oggi si può aiutare l’ambiente con i murales? No, non si parla di pubblicità né di murales di protesta. Si tratta di veri e proprie opere in grado di filtrare l’aria e ripulirla dall’inquinamento automobilistico.

Ideata da Massimo Bernardoni, Airlite è una polvere per pittura ecologica ed ecosostenibile in grado di svolgere la stessa funzione depurante degli alberi. Un metro quadro di questa vernice 100% naturale è equivalente ad un metro d’alberi.

Con la sua versione personalizzata della fotosintesi clorofilliana, Airlite è entrata rapidamente nella tendenza di alcune metropoli, presa sotto l’ala di artisti attivamente coinvolti nel rinnovamento urbano.

Vi sarà capitato di passare almeno una volta nel quartiere Ostiense a Roma, e non poter fare a meno di ammirare i bellissimi palazzi ricoperti da immensi murales. La più famosa e grande opera della zona è chiamata “Hunting Pollution” di Iena Cruz, e come il nome lascia indovinare, essa stessa è creata con la pittura ecofriendly.

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È stato dichiarato il murales più grande e rivoluzionaria d’Europa, raffigurante un airone tricolore (specie in via d’estinzione) grande quanto un’intera palazzina. La scelta del quartiere non è stata casuale. L’artista, da anni in prima linea sul tema dell’inquinamento ambientale, voleva ridare ancora una volta vita al quartiere della street art.

 

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La vita dei “murales mangia smog” va ben oltre Roma. Molti artisti si sono uniti alla sfida più importante del secolo nel progetto “Art is Art” lanciato da una startup italiana chiamata Advanced Materials. L’artista Cruz è stata accolta a braccia aperte anche a Milano, con il suo secondo murales monumentale “AnthropOceano” in tutto il suo splendore.

 

 

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Nel 2019 in occasione del Greenweek, il progetto sviluppato a Milano grazie Napapijri, ha visto coinvolti Camilla Falsini, Giorgio Bartocci e Moneyless (aka Teo Pirisi) in 3 murales di grande impatto artistico.

Quest’anno anche la biennale italiana di street art Super Walls si è unita alla tendenza ecosostenibile, con 16 artisti italiani e internazionali, facendo del Veneto la loro protagonista. Nella regione in totale le opere realizzate ammontano a 2000 mq di Airlite in grado di eliminare l’inquinamento di più di 156000 veicoli.

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Definito come un “bosco invisibile”, la catena di opere si estende da Padova ad Albano Terme solo con la prima edizione di Super Walls. Il murales più lungo del Veneto appartiene alla Crew de “La Cremerie” di Rennes, ben 38 metri raffiguranti i simboli più importanti e significativi di Albano, tra cui il drago dello stemma araldico della città.

Come poteva questo movimento così rivoluzionario non prendere piede anche nel resto del mondo?  Oggi sono 13 le “città foresta” in tutto il mondo. Nell’elenco vediamo in prima fila Bacau, città della Romania, che l’anno scorso ha ospitato “Intuitia”, 250 mq di murales su un palazzo di 5 piani, dell’artista Obie Platon.

A seguire in Varsavia (Polonia) troviamo i giganteschi fiori con lo slogan “Create Together for Tomorrow”, opera di Maciek Polak e Dawid Ryski. Grazie a loro oggi Varsavia ha l’equivalente di 720 alberi che purifica l’aria. Ma la città più rivoluzionaria è proprio una delle più inquinate del pianeta: Manila, capitale delle Filippine. Con ben 5 opere da 1000mq l’una, la città è diventata ormai il più grande depuratore esistente.

Airlite ha ricevuto ad oggi 43 brevetti e27 premi internazionali, dichiarata come una delle quattro tecnologie più efficaci e innovative.

Di Beatrice Soverini