In Africa arrivano le prime scorte di test per la diagnosi del virus Mpox (prima denominato vaiolo delle scimmie), entro metà settembre l’Oms consegnerà 30mila kit per la diagnosi veloce ai Paesi più interessati dai contagi. Ancora troppo pochi per fare la differenza.
La diffusione del virus ha come epicentro la Repubblica Democratica del Congo (e i Paesi confinanti) dove ormai si verificano mille casi a settimana. Il contrasto alla diffusione del virus è ostacolato dai sistemi sanitari locali inadeguati a fronteggiare l’emergenza, ogni persona infetta dovrebbe essere intercettata e isolata così come tutto coloro che sono stati a suo stretto contatto. Per questo l’intervento dell’Oms che ha dichiarato la diffusione dell’Mpox emergenza sanitaria internazionale, è cruciale per contenere i contagi.
Particolare attenzione viene prestata a chi intraprenderà dei viaggi nei Paesi in cui sono stati registrati dei focolai del virus: Repubblica Democratica del Congo, Ruanda,Burundi e Kenya. Si invitano i viaggiatori a evitare gli assembramenti e a prestare attenzione a eventuali sintomi della malattia.
Cos’è il virus Mpox
Il virus, precedentemente noto come vaiolo delle scimmie, (nome poi cambiato dall’Oms a causa dell’uso razzista che ne veniva fatto) è una malattia di origine virale scoperta per la prima volta nell’uomo nella Repubblica Democratica del Congo, nel 1970. Si conoscono al momento due varianti: Clade 1 e Clade 2, con la prima più contagiosa e letale ma finora rimasta endemica esclusivamente del bacino del Congo (a differenza della Clade 2, diffusa anche in alcune zone dell’Africa occidentale). Fino a pochi anni fa, il virus veniva contratto soprattutto da animali selvatici come i roditori, soprattutto mangiandone la carne.
Come ci si contagia
È da poco arrivata la conferma dell’Oms che il virus è in grado di trasmettersi per via aerea anche se in modo più marginale rispetto al contagio tramite contatto o rapporto sessuale. Nell’85% dei casi il contagio avviene per via sessuale sia in rapporti eterosessuali che omosessuali. L’uso del preservativo non protegge del tutto dall’infezione. Nei restanti casi ci si infetta toccando la pelle di chi è malato ma anche parlando da vicino con qualcuno. Sarebbe possibile infettarsi anche stando a contatto con biancheria o altri oggetti con cui la persona infettata è stata a contatto. L’incubazione può durare fino a due settimane.
A rischio anche i bambini
Nella Repubblica Democratica del Congo il 56% dei casi riguarda persone che hanno meno di 15 anni: “Senza i vaccini migliaia di persone, compresi i bambini sotto i 15 anni, tra i più colpiti dal virus (rappresentano il 56% dei casi e il 79% dei decessi per Mpox nel 2024 in Repubblica Democratica del Congo), potrebbero rimanere senza protezione. -afferma Justin B. Eyong, epidemiologo di Medici senza Frontiere– Con l’epidemia che continua a evolversi rapidamente, occorre compiere ogni passo necessario per far arrivare subito i vaccini a chiunque ne abbia bisogno”.
Sintomatologia e vaccino
L’infezione si manifesta con mal di testa e febbre, spossatezza e linfonodi ingrossati, dopo pochi giorni dalla comparsa della febbre spuntano le pustole.
Imvanex è il nome del vaccino disponibile in Italia che si effettua con un’iniezione sottocutanea. Si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato. Il Giappone si è impegnato a fornire 3,5 milioni di dosi ai Paesi africani, nel Paese ha sede la KM Biologics produttrice di un vaccino, gli Stati Uniti forniranno 50mila dosi.
In Italia si ritiene che le persone vaccinate contro il vaiolo, tuti gli over 47, siano protette dal virus poiché l’Mpox appartiene alla stessa famiglia del vaiolo (malattia debellata nel 1980).
Il rapporto tra carica virale e gravità della malattia
Uno studio italiano, effettuato dall’Istituto Lazzaro Spallanzani Irccs di Roma e l’Irccs San Raffaele di Milano, ha esaminato 541 pazienti affetti da Mpox e ipotizza che più elevata è la carica virale di Mpox presente nell’organismo e più grave sarà la forma in cui la malattia si presenta. Altri fattori legati a forme più gravi di Mpox sono l’etnia caucasica, l’interessamento del cavo orale, di lesioni anali e di linfoadenopatia.