A TA Magazine su TeleAmbiente il giornalista e scrittore Michele Sasso ha presentato il suo libro “Montagne Immaginarie”, un’inchiesta sul mondo della montagna e sulle criticità che sta affrontando nell’epoca dei cambiamenti climatici
Le montagne, simbolo di pace e bellezza, sono oggi minacciate da un profondo cambiamento climatico e culturale. A TeleAmbiente è intervenuto Michele Sasso, giornalista e scrittore, in questi giorni in libreria con “Montagne Immaginarie” edito da Edizioni Ambiente nella collana VerdeNero inchieste.
Nell’intervista a TA Magazine, l’autore ha spiegato che l’utilizzo dei combustibili fossili e l’urbanizzazione stanno trasformando radicalmente questi paesaggi montani.
Sasso ha spiegato come le alte vette siano vittime di una “immagine ideale” che non corrisponde più alla realtà. “La montagna è vittima della sua stessa immagine: pace, silenzio e neve abbondante. Ma il cambiamento climatico sta cancellando questi scenari, lasciando solo cattedrali nel deserto”, ha dichiarato l’autore nell’intervista a TeleAmbiente.
Cambiamento climatico e spopolamento mettono in crisi la montagna
Secondo Michele Sasso, due sono le principali criticità che affliggono le montagne italiane. Intanto il cambiamento climatico. Lo scioglimento dei ghiacciai e la scarsità di neve stanno alterando i paesaggi montani. Con il 90% delle piste sulle Alpi dipendenti dall’innevamento artificiale, l’acqua diventa una risorsa cruciale e limitata. La seconda maggiore criticità per le montagne riguarda lo spopolamento. Molte aree interne soffrono l’abbandono, mentre solo poche località turistiche attraggono visitatori. Le valli isolate e i piccoli borghi rischiano di scomparire.
Con il suo libro, Michele Sasso sostiene la campagna di Legambiente Change Climate Change, che mira a contrastare la crisi climatica. Come spiega lo stesso autore durante l’intervista, secondo il rapporto “Neve Diversa”, l’Italia detiene il primato europeo per l’innevamento artificiale. La campagna di Legambiente invita cittadini e istituzioni a ripensare l’uso delle risorse e a sviluppare una nuova cultura della montagna, lontana dalla dipendenza dalla snow economy.