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Moda, l’azienda ACBC e le sneakers dall’anima green

“Il nostro impegno quotidiano è quello di cercare soluzioni sostenibili che possano cambiare il mondo“. I fondatori dell’azienda Made in Italy di ACBC, specializzata nella produzione di sneakers etiche e green, ci raccontano il loro approccio per coniugare innovazione e sostenibilità. ACBC è la prima azienda italiana di calzature ufficialmente B Corp.

ACBC, acronimo di Anything Can Be Changed, è un brand italiano specializzato nella progettazione e nella produzione di sneakers e prodotti sostenibili. 

La start-up milanese si aggiunge dunque al vasto network di società il cui obiettivo è diffondere un paradigma di business più evoluto e al passo con i tempi e che si impegnano attivamente e concretamente a favore della sostenibilità.

ACBC, fin dalla sua nascita nel novembre 2017, ha perseguito un unico grande scopo: produrre prodotti “green” con un approccio innovativo e produrre prodotti innovativi con un approccio “green”, con l’intento di promuovere abitudini di consumo e acquisto più consapevoli. Il settore moda ha infatti un impatto notevole sull’ambiente, motivo per cui l’azienda porta avanti una continua ricerca e sviluppo rivolta prima di tutto alla composizione dei materiali, nel rispetto di tre caratteristiche fondamentali: essere animal free, bio based e riciclati.

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ACBC è la prima azienda italiana di calzature ufficialmente B Corp, una certificazione americana che valuta le aziende in 5 ambiti diversi: prodotto, supply chain, inclusione, comunicazione verso terzi e canale distributivo. 

“Il concept era quello di creare una scarpa innovativa con un punto di vista green, applicando il concetto della modularità alla scarpa per riuscire a ridurre l’impatto ambientale di questo prodotto.  – ci spiega Edoardo Iannuzzi, CSO & Creative Director di ACBCDecidiamo di fare un esperimento mettendo un video online che diventa subito virale con 50 milioni di visualizzazioni. Nel video mostriamo come poter staccare le tomaie dalle suole e con una suola, l’elemento più impattante, creare cinque/dieci paia di scarpe. Dopo questo evento decidiamo di fondare la società“.

 

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Per la stagione primavera estate 2021 l’azienda lancia la prima linea di sneakers green. “Abbiamo voluto fare un step successivo lavorando sulla ricerca dei materiali. Lavorare con tecnologie necessariamente animal free, risorse rinnovabili, contenuti vegetali e sintetici riciclati. Alcune delle nostre suole derivano da alghe, amido di mais, altre come alternative vegan e bio based a quelle che sono le pelli animali, tessuti realizzati con materiali di scarto come bucce di vinacce, scarti di mela o foglie di ananas pressate. Il nostro impegno quotidiano è quello di cercare soluzioni sostenibili che possano cambiare il mondo“.

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L’industria della moda è tra le più impattanti a livello ambientale. Ci sono aziende che forniscono alternative però che non sempre sono effettivamente sostenibili e il consumatore si trova a scontrarsi con il fenomeno del “greenwashing“. Coma fare a distinguere le aziende realmente sostenibili da quelli che sfruttano tale concetto solo per marketing?  “La sostenibilità è un movimento ormai. Il principale scoglio da superare sono le persone. Sostenibilità è una modalità diversa di lavorare rispetto agli anni di esperienza  che hanno le persone. C’è poi un bilanciamento tra etica ed estetica. – ci racconta Gio Giacobbe, CEO di ACBC – Ma l’estetica deve sempre più guardare all’etica, anche se il percorso non è immediato per le aziende. Sono positivo per il futuro perché tutto parte del consumatore: più questo si interessa su come è fatto un prodotto e opta per scegliere uno sostenibile a quello tradizionale, più le aziende non potranno fare altro che adattarsi a questo cambiamento”.

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Fino ad oggi sia l’acquisto sia la progettazione erano dettati dall’emotività. – aggiunge Edoardo – Oggi sia il designer che il consumatore devono acquisire una nuova coscienza ed imparare il motivo per cui acquistare un prodotto sostenibile, dai materiali ai processi produttivi. E’ compito anche delle aziende educare a quali sono i materiali più nobili. Prima di acquistare un prodotto bisogna controllare di cosa è fatto e chi l’ha fatto, e quali sono gli standard ambientali e sociali dell’azienda che li ha prodotti“.

 

 

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La circolarità di una scarpa è molto complicata perché formata da tanti componenti difficili da dividere. Le calzature create, finito il proprio ciclo di vita, possono essere infatti riportate all’azienda e successivamente convertite in pavimentazione antiurto per i parchi giochi. “La moda ha sempre valutato il fine vita di un prodotto come la vendita, ma oggi bisogna pensare al post consumo perché è quello che genera inquinamento.  – ci spiega Gio – La moda deve guardare oltre la vendita del prodotto e curare il consumatore e l’ambiente“.