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Moda, Anya Hindmarch presenta la sua nuova borsa in plastica riciclata

La stilista Anya Hindmarch ha presentato “I AM a plastic bag”, la sua nuova linea di borse realizzate con bottiglie di plastica riciclate. 

Anya Hindmarch e il suo staff hanno passato due anni a sviluppare il nuovo tessuto, prodotto con bottiglie di plastica riciclate, per la sua ultima iniziativa di moda sostenibile, la borsa “I AM a plastic bag“, che debutterà alla settimana della moda di Londra.

La designer all’avanguardia, che ha inventato la famosa borsa “ I’m NOT a plastic bag” nel 2007, ha raccontato il suo viaggio nella sostenibilità. E con viaggio intende veramente un’avventura che ha coinvolto il suo staff, impegnato a raccogliere le bottiglie e i rifiuti: “non è stato un lavoro normale per noi, è stato stressante ma ci siamo“. D’altronde lei è abituata allo stress.

La sua borsa da 5 sterline “I’m NOT a plastic bag”, creata per beneficienza, è stata indossata da importanti attrici come Keira Knightley, Lily Allen e Reese Whiterspoon. Più di 80,000 persone hanno fatto la fila fuori dalla catena Sainsbury per l’ edizione limitata, disponibile solo in 20,000 pezzi. Una volta sold out, la borsa è finita su ebay per 300 sterline, anche nella sua versione contraffatta. Quando è stata lanciata in esclusiva a Taiwan, 30 persone sono finite in ospedale a causa della folla creata per l’acquisto. Un bagno di folla si è creato ad Hong Kong per lo stesso motivo, fortunatamente senza infortuni. “Sono passata davanti a Isetan a Tokyo” ha raccontato Hindmarch “il giorno prima della vendita. C’erano persone in fila ovunque. Incredibile ma anche un po’ spaventoso. La nostra borsa era sulle prime pagine. Avevo la stampa mondiale ovunque, perfino fuori casa”.

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La prima borsa “è stata un lampo di genio. Molti di noi si chiedevano ‘cosa posso fare come individuo? Ma ci sentivamo senza speranza. Era un po’ come fumare, tutti usiamo le buste di plastica nei supermercati. Che ovviamente è disgustoso”. L’impatto della campagna è servito a dimostrate chela moda non è eccessiva’ ma può essere un forte mezzo di comunicazione”. La borsa è stata creata per l’organizzazione di beneficienza We Are What We Do (ora chiamata Shift) e pubblicata insieme al libro Change the World for a Fiver. Nel 2007 sono state utilizzate 10 miliardi di buste di plastica nel Regno Unito, numero sceso a 6.1 miliardi nel 2010. Sainsbury ha ridotto del 58% le sue buste nei seguenti due anni, risparmiando 13,200 tonnellate di plastica.

Più di dieci anni dopo l’ambiente è su tutte le prime pagine. Hindmarch però non si sente colpevole di greenwashingquesta è la nostra guerra”. La strada per vincere la sfida del clima va fatta a piccoli passi. Per quelli che trovano lacune negli sforzi degli altri il consiglio di Hindmarch è di “non urlare contro la gente. Se tutti facessero solamente il 10% di quello che possono fare le differenze sarebbero enormi. So di non essere perfetta”. Il vero problema sono gli estremi “costringere la terra a produrre lucro. Fare ciò che contro natura fino all’ultimo centesimo”. La sua borsa sarà venduta a 695 sterline. “Non ci fa guadagnare” ha spiegato. Mettere il pianeta davanti alla compagnia è notevole, considerando che l’azienda era in perdita nel 2017 e che Hindmarch ha preso le redini solamente lo scorso anno, promettendo di essere decisiva e coraggiosa.

Il processo di creazione, ha ammesso la stilista, è stato “molto complicato“: “Non sono uno scienziato. Non sono nemmeno un eco-guerriero. Si tratta di non creare cose nuove cose dal nulla. Non va bene per il pianeta. È uno spreco di energia e risorse“. L’azienda si “sta muovendo” verso un nuovo modo di fare. La nuova produzione, attualmente prodotta in Italia, ha comportato il dover porre lo sguardo su tutto, dal rivestimento resistente alle intemperie del tessuto fino alla provenienza dei vari inchiostri e coloranti e al rivestimento in pelle. Hindmarch inizialmente aveva preferito la pelle vegana o riciclata, ma sono state escluse per un livello di poliuretano troppo alto. La borsa ha appena ottenuto il via libera per essere realizzata esclusivamente in Italia, tessuto e tutto il resto.

 

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La prima “I AM a plastic bag” disponibile sul mercato sarà quella in bianco con due sfumature di grigio, e le lettere del logo ripetute agli angoli mentre altri colori arriveranno in seguito. La borsa non finirà sulla passerella della London Fashion Week. Tuttavia il negozio di Londra sarà chiuso e riempito con 90,000 bottiglie di plastica, il numero di bottiglie di plastica acquistate ogni sei secondi: “Siamo completamente disconnessi da ciò che gettiamo via“.

La collezione completa, in vendita da aprile, include “cose ​​da ragazza“, come borse per il trucco e borse per cellulare: “Mani libere! Odio l’idea di dare una mano intera a un telefono. Per un bicchiere di vino o un bambino, forse, ma non per un telefono!” E qui sta la magia di Anya Hindmarch: i suoi valori sono un mix di eredità e rispetto, di pollo arrosto e chiacchiere intorno al tavolo della cucina con la sua grande famiglia, di “essere come i nostri genitori” e di arrangiarsi, e del suo essere innovativa. Lo smile degli anni ’70 che ha trasformato in uno dei suoi motivi distintivi probabilmente dice tutto di lei.

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Anche quando parla di Brexit e di cosa potrebbe significare per gli affari cerca di vederne il lato positivo: “in Italia sono molto entusiasti di realizzare la borsa. Sono convinta che ce la faremo. Noi inglesi siamo bravi fin quando sappiamo quale problema affrontare. Sono un’ottimista”.