La lotta alla disparità di genere è al centro dell’ultimo numero di Chime Zine, il periodico di Gucci dedicato all’attivismo nel settore della moda e del fashion
Moda sempre più sostenibile. Non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello sociale. Così Gucci, la major italiana della moda, ha voluto dedicare l’ultimo numero di Chime Zine alla disparità di genere.
Raquel Willis (@RaquelWillis_), award-winning writer, activist, and thought leader on gender, race, and intersectionality, joins the lineup of 22 voices coming together from around the world to share their visions for an equal future at the #22For22 virtual summit on May 9. pic.twitter.com/LdRhMMl7KL
— Gucci Equilibrium (@ggequilibrium) May 4, 2022
Chime Zine è un periodico che l’azienda Gucci ha deciso di pubblicare per dar voce agli attivisti nel settore della moda. È disponibile in formato digitale su Gucci Equilibrium, il portale della company dedicato alla sostenibilità ambientale e sociale.
Gucci e la lotta alla disparità di genere
La disparità di genere è un problema in tanti contesti lavorativi e sociali e il mondo della moda non fa eccezione. Per questo l’ultimo numero di Chime Zine è dedicato completamente al tema. Che viene sviscerato in tutte le sue molteplici forme.
Sul magazine sarà possibile leggere i contenuti di Elisa Manici sullo stigma della grassezza e i suoi significati culturali; di Assa Traoré sul movimento per la giustizia razziale in Francia e nel mondo; di Eno Pei-Jean Chen sulla cultura queer a Taiwan e in Corea del Sud.
E ancora, sul magazine ci sarà spazio per i lavori artistici di Kira Wei-Hsin Jacobson; le opere grafiche di Rawand Issa; ma anche il racconto personale di Dr. Ritu Singh sul ruolo della donna nella storica protesta degli agricoltori in India.
Ruth Madeley, a Disabled actor who uses her platform to fight for disability representation in the entertainment industry & received the Change Maker of the Year Award at Stylist’s Remarkable Women Awards, is captured on a recent cover of @ObsMagazine in a Gucci red velvet suit. pic.twitter.com/T6mEZUKZ6C
— Gucci Equilibrium (@ggequilibrium) April 25, 2022
Contributi saranno dedicati anche alla questione di genere legata alla disabilità, alla discriminazione che le donne trans devono affrontare nel trovare alloggio, nel lavoro sessuale, nel sistema della giustizia penale e all’interno della comunità trans in America Centrale e altrove.
Chime for change di Gucci
La pubblicazione del magazine Chime Zine si inserisce nelle attività di Chime for change, la campagna globale di Gucci sulla parità di genere.
Sono sei i progetti che riceveranno i fondi raccolti da Gucci durante la campagna 2022:
- Associazione Artemisia, BEAWARENOW, Casa Internazionale delle Donne e SvS Donna Aiuta Donna con il progetto Cascina Ri-Nascita;
- Equality Now, per garantire un cambiamento culturale e legale sul ruolo delle donne in Medio Oriente, Nord Africa e India;
- Global Fund for Women, con un sostegno a cinque fondi regionali (Fondo Semillas in Messico, Fondo ELAS in Brasile, HER Fund a Hong Kong, Mediterranean Women’s Fund nella regione del Mediterraneo e Numun Fund);
- Mothers2mothers, da anni in prima linea per ampliare i servizi sanitari a favore di donne e bambini in Ghana
- Ms. Foundation for Women, a sostegno di donne e ragazze di colore e indigene negli Stati Uniti
- Promundo, progetto che ha lo scopo di sostenere la Global Boyhood Initiative, lanciata nel 2020
Moda sostenibili, ancora lontani dagli obiettivi
Ma il mondo della moda è ancora lontano dagli standard di eticità che vengono sempre più richiesti dai consumatori. Soprattutto per ciò che riguarda l’utilizzo di manodopera a basso costo nei Paesi in via di sviluppo.
In una video intervista a TeleAmbiente, Marina Spadafora, responsabile per l’Italia di Fashion Revolution, ha spiegato che sono in primis le grandi marche come Gucci a dover chiedere ai suppliers di pagare maggiormente i propri lavoratori prendendosi carico della piccola percentuale di costi in più che si andrebbe a creare.