Quanto pesa il fast fashion sull’ambiente? E quanto si informano gli influencer sull’impatto ambientale dei capi che indossano? L’inchiesta di “Indovina chi viene a cena”.
Il consumo smisurato di moda low-cost, spinto soprattutto dall’e-commerce, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso.
Sono milioni i tik toker e influencer che sponsorizzano le ultime tendenze, lanciate dall’industria del fashion, o meglio dovremmo dire del fast fashion.
Per conoscere l’impatto ambientale generato dalla “moda veloce”, quella a basso costo e di bassa qualità, dietro la quale c’è un prezzo molto alto pagato dai lavoratori, GUARDA IL NOSTRO SPECIALE QUI
I social hanno portato ad un aumento di fashion addicted con l’incremento di influencer pronti a dare consigli utili su abbigliamento ed accessori.
Peccato che molti di questi sponsorizzano o indossano capi provenienti da colossi dell’ultra fast fashion, come l’azienda cinese Shein. Si tratta della stessa azienda che tempo fa aveva invitato una schiera di influencer a visitare le fabbriche a Canton, in Cina, che ne hanno elogiato la trasparenza sui social. Ma Shein è una delle principali responsabili, negli ultimi anni, dell’incremento del fast fashion. QUI vi spieghiamo il perchè.
Nella settimana della Fashion Week di Milano, in una nuova puntata di “Indovina chi viene a cena“ di Sabrina Gianni, in onda domenica 25 febbraio in prima serata ore 20.55 su Rai3, si parla della sostenibilità vera o presunta di marchi e influencer.
Quanto pesa il fast fashion sull’ambiente? E quanto si informano gli influencer sull’impatto ambientale dei capi che indossano?
Fortunatamente sui social c’è però chi parla di moda in maniera costruttiva, ponendo l’accento sulla sostenibilità, circolarità, trasparenza della filiera produttiva, utilizzo dei materiali, qualità e second-hand. Per citare alcuni influencer che vi consigliamo di seguire in tema di moda e abbigliamento green, Camilla Mendini, Cristina Cotorobai, Gaia.