Di Maria Laura Ranieri. Moda etica. Dal riciclo del biomateriale derivato dall’uva nasce infatti la prima collezione al mondo di moda. Una moda ecologica e sostenibile è possibile.
Vegea, produttore animal free di biomateriale derivato dal vino, ha da poco presentato la sua collezione centrata su materiale vegan proprio a base di vinaccia. Direttore del progetto, l’ormai famoso “stilista della natura” Tiziano Guardini.
Nata come azienda produttrice di materiali bio, Vegea vuole proporre alternative ai materiali di origine fossile non rinnovabile e a tutti i materiali di origine animale. Da qui, il lavoro dei due fondatori, Gianpiero Tessitore, architetto, e Francesco Merlino, chimico industriale, che, con l’aiuto dei centri di ricerca specializzati nella sintesi di macromolecole, hanno portato avanti uno studio su diverse matrici vegetali dell’agroindustria, per creare materiali “biobased” da fonti vegetali rinnovabili, in linea con i principi basilari dell’economia circolare.
Ma come funziona il processo produttivo? Alle aziende vinicole spetta la spremitura dell’uva e la separazione delle vinacce, le quali vengono poi essiccate in modo tale che non biodegradino e possano essere utilizzate anche a distanza di tre anni a partire dalla data dell’essiccazione. Grazie a questa procedura, la materia prima rimane sempre disponibile per la produzione senza dover attendere ogni anno il periodo della vendemmia.
Poi vengono eseguiti dei trattamenti brevettati e si crea una miscela che viene spalmata, fino a realizzare dei teli. Il processo produttivo termina con la specifica finitura, in modo tale da conferire diverse gradazioni di peso, spessore, elasticità, goffratura e colore differenti in base alle diverse applicazioni.
Il valore aggiunto di questo nuovo materiale risiede nella possibilità di riciclare gli scarti del processo di vinificazione, che ogni anno sono di ben 13 milioni di tonnellate, destinate anche a raggiungere le falde acquifere. Una tale quantità di vinaccia è in grado di fornire 3 miliardi di metri quadrati di teli senza quasi mai sprecare una goccia d’acqua. Un bell’esempio di moda etica!