Home Animali Blitz LAV-HSI, sulla mongolfiera il messaggio per Max Mara: “Basta pellicce”

Blitz LAV-HSI, sulla mongolfiera il messaggio per Max Mara: “Basta pellicce”

Blitz LAV-HSI, sulla mongolfiera il messaggio per Max Mara Basta pellicce

Quella di LAV e HSI si può definire una vera e propria “entrata ad effetto”. Con un blitz in mongolfiera gli attivisti hanno chiesto a Max Mara di diventare “fur free”.

L’arrivo in mongolfiera sulla sede centrale del Gruppo, a Reggio Emilia, si inserisce all’interno della campagna #FurFreeMaxMara, lanciata da tutti i membri della Fur Free Alliance, tra cui LAV e Humane Society International (HSI) in occasione della settimana della moda di Milano.

La sfilata di Max Mara è in programma per giovedì 22 febbraio, poi seguirà quella di Sportmax venerdì 23. Intanto, le proteste di associazioni in tutto il mondo stanno incitando il Gruppo – di proprietà della famiglia Maramotti – ad eliminare le pellicce dalle collezioni di tutti i brand di proprietà e adottare una politica fur-free come hanno fatto già molti altri marchi e stilisti.

“Se fino a ieri la famiglia Maramotti insieme al management di Max Mara Fashion Group non ha ascoltato la nostra richiesta di dialogo e confronto circa l’insostenibilità della produzione di pellicce, oggi non hanno certo potuto non vedere il nostro messaggio ‘Max Mara Go Fur-Free!’ arrivato dal cielo con una mongolfiera. In mancanza di un riscontro dall’azienda, continueremo a coinvolgere migliaia di persone nel mondo sino all’ottenimento di una policy fur-free definitiva” – ha dichiarato Simone Pavesi, Responsabile LAV, Area Moda Animal Free.

Stavolta LAV e HSI hanno scelto un modo plateale di far sentire la propria voce. Con una mongolfiera di 25 metri, hanno sorvolato la sede del colosso del fashion invitandoli a leggere – ed ascoltare – il messaggio impresso sul pallone: “Max Mara Go Fur-Free!”.

Il 20 febbraio invece, alcuni attiviste della Lega Anti Vivisezione hanno manifestato davanti ai negozi di Milano e Modena mascherate dagli animali vittime del trend – ormai demodé – delle pellicce.

 

Produzione di pellicce, non nuoce solo agli animali ma anche ad ambiente e salute

Oltre all’atroce sofferenza di volpi, visoni, procioni che trascorrono la vita nelle gabbie, la produzione di pellicce è anche devastante dal punto di vista ambientale e un rischio per la salute pubblica. Allevamenti e concerie sono estremamente dannosi per il suolo e i corsi d’acqua, poiché rifiuti e sostanze chimiche tossiche possono finire sversati nell’ambiente circostante. Inoltre, a confronto con altri materiali, la pelliccia ha le più alte emissioni di gas serra per kg. Ad esempio, l’impronta carbonica di 1kg di pelliccia di visone risulta 31 volte superiore a quella del cotone e 25 volte superiore al poliestere.