Secondo l’urbanista Matteo Dondè, con l’introduzione di un limite di velocità a 30 km/h gli automobilisti potranno beneficiare di tempi di percorrenza ridotti grazie all’assenza del traffico
Dal 1 gennaio 2024 Milano diventerà una città 30. In tutte le strade, tanto del centro quanto della periferia, il limite di velocità scenderà a 30 km/h. Una rivoluzione culturale che è già avvenuta in grandi metropoli europee come Parigi e Bruxelles ma che in Italia trova non poche critiche.
Il limite di 30 km/h viene percepito come troppo restrittivo e si teme che comporterà un allungamento dei tempi di percorrenza in città. A guardare i dati delle altre metropoli che sono diventate Città a 30 km/h, però, la verità è ben diversa.
L’architetto Matteo Dondè, urbanista e uno dei massimi esperti del settore, ha spiegato a TeleAmbiente che abbassare il limite di velocità renderà più scorrevole il traffico e quindi più brevi i tempi di percorrenza. Ma come è possibile?
“La pericolosità della strada è il maggior disincentivo al muoversi a piedi o in bicicletta – ha spiegato Dondè -. Lo facciamo poco nelle nostro città e tendiamo ad utilizzare molto l’automobile perché le strade sono pericolose”.
In questo modo, dunque, le città italiane diventano congestionate. “Le più congestionate al mondo – spiega l’urbanista – quelle in cui si perdono più ore nel traffico. Roma è seconda solo a Bogotà e Milano è settima al mondo”.
Nelle città del mondo in cui le strade sono state rese più sicure attraverso un abbassamento del limite di velocità a 30 km/h, le persone sono state incentivate a utilizzare maggiormente mezzi di micromobilità per i tragitti più brevi. “In questo modo – spiega ancora Matteo Dondè – chi invece è costretto a prendere l’auto a causa di un tragitto troppo lungo si trova la strada libera e decongestionata”.
Infine, una strada senza traffico permette anche di ripensare gli spazi per il trasporto pubblico locale e inserire delle corsie preferenziali lì dove prima non era possibile proprio a causa del traffico intenso.