L’annuncio del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha incontrato Amy Pope, direttrice generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Non solo ragioni economiche o guerre dietro le migrazioni che a livello globale sono sempre più intense e frequenti, ma anche il cambiamento climatico. Piaccia o meno ai negazionisti della crisi climatica e ai sostenitori dei ‘porti chiusi’, c’è un legame indissolubile e accertato tra gli effetti del cambiamento climatico e l’aumento dei flussi migratori in tutto il mondo. Ne è ben consapevole anche Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha annunciato di voler creare a Roma un centro su Innovazione e Mobilità Climatica (Climate Mobility Innovation Hub).
Il centro a cui sta pensando il ministro dovrebbe favorire la cooperazione e la ricerca su soluzioni innovativa rispetto ai flussi migratori indotti dal clima, con particolare riguardo alla mobilità climatica in Europa, in Africa e soprattutto nell’area del Mediterraneo. Gilberto Pichetto, a Roma, ha incontrato nella mattinata di venerdì 28 marzo Amy Pope, direttrice generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), discutendo proprio del tema delle migrazioni climatiche.
“La sfida della gestione delle migrazioni climatiche è tra le più pressanti del nostro tempo. Gli eventi climatici estremi mettono a rischio sicurezza e stabilità, soprattutto delle comunità vulnerabili in Africa e Mediterraneo. Proprio queste aree sono il focus della strategia italiana per sostenere sicurezza e crescita sulle due sponde del Mediterraneo, con partenariati che l’Italia sta promuovendo con il Piano Mattei e il Processo di Roma” – ha spiegato il ministro – “Vogliamo rafforzare anche con l’OIM le attività che vedono l’Italia fortemente impegnate in tutti gli ambiti internazionali per promuovere soluzioni efficaci al crescente impatto del clima sui flussi migratori. Per raggiungere obiettivi comuni, è sempre più necessario un approccio strutturato a livello internazionale. Creare un centro d’eccellenza in Italia favorirà il coordinamento tra gli attori coinvolti nella gestione della mobilità climatica e lo sviluppo di soluzioni operative innovative per affrontare il fenomeno, potendo anche contare sul know-how italiano, sia nel settore pubblico che in quello privato“.
Fin qui, l’annuncio e le idee di Gilberto Pichetto per portare in Italia un importante centro di ricerca e sviluppo. Resta da capire, sul piano pratico, cosa comporterà l’istituzione, a Roma, di un Climate Mobility Innovation Hub. E in particolare, se sarà concentrato maggiormente sul fenomeno dei flussi migratori o se, come si spera anche per ragioni di buonsenso, favorirà la ricerca e lo sviluppo di soluzioni efficaci, tanto di mitigazione quanto di adattamento, agli effetti dei cambiamenti climatici. In poche parole: sostegno, soprattutto dal punto di vista economico e scientifico, ai Paesi più vulnerabili di fronte al cambiamento climatico, e meno ‘modello Albania’.