Miele contraffatto, la Gdf sequestra 22 tonnellate di prodotto estero

Provenivano da Romania, Ungheria, Turchia, Cina e Vietnam le 22 tonnellate di miele non tracciabili sequestrate dalla Guardia di Finanza di Vicenza. Insieme a queste 3,5 tonnellate di sostanza zuccherina sono state individuate e bloccate.

Continua a dare frutti l’operazione “Miele 2023”; un protocollo d’intesa tra Guardia di Finanza – l’Ispettorato della Tutela della Qualità e Repressione Frodi del Masaf, ICQRF per la tutela dei mieli italiani e contro le contraffazioni.

Le ispezioni della Guardia di Finanza e dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi hanno permesso di scoprire irregolarità nella produzione, importazione e vendita di miele adulterato o contraffatto da parte di un’azienda di Vicenza attiva a livello nazionale.

Le attività hanno portato al sequestro di 74 fusti di miele da 300 chili ciascuno per un valore stimato di 110.000 euro e di 3.540 chili di sostanza zuccherina non “BIO” costituita da zucchero semolato o a velo, in granella, “sporco”, “candito”, in panetti, per un valore stimato di circa 7.000 euro. Questa sostanza sarebbe stata illecitamente utilizzata per nutrire apri che avrebbero prodotto un miele da etichettare falsamente come “BIO”. Sequestrati anche 102 chili di miele biologico irregolare, perché non conforme alle disposizioni normative europee.

Durante le ispezioni è stata individuata anche una lavoratrice impiegata in nero, infrazione che comporta una multa che va dai 3.600 a 21.600 euro, oltre all’obbligo di regolarizzare la posizione contributiva e assistenziale della donna.

Il sequestro mette in luce un fenomeno da tempo denunciato dalle associazioni dei produttori. Da tempo il settore del miele italiano, che conta 75mila apicoltori, in crisi per via degli effetti del cambiamento climatico sulla produzione, lamenta la concorrenza sleale del miele straniero importato illegalmente e poi venduto e spacciato per made in Italy.

Coldiretti in una nota evidenzia come nel 2024 siano arrivati nell’Unione europea 25 milioni di chili di miele dall’estero: “è importante tenere alta la guardia contro il rischio frodi, per tutelare la salute dei cittadini e l’attività dei produttori italiani, peraltro alle prese con gli effetti del clima e l’aumento dei costi.”

Lo scorso anno sui campioni di miele testati dalla Commissione europea, il 46% era fuori norma. Il miele, denuncia l’associazione dei coltivatori, conteneva spesso sciroppi zuccherini oltre ad additivi e coloranti al fine di aumentare la quantità e abbassare il prezzo, oltre a falsificarne l’origine botanica. Tra i mieli più adulterati quelli provenienti da Cina e Turchia. Una concorrenza sleale aggravata dall’impatto della crisi climatica sugli apicoltori italiani.

“Il prodotto straniero arriva a prezzi stracciati, spesso con l’obiettivo di mettere all’angolo gli apicoltori italiani, esercitando una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello tricolore. Basti pensare al caso limite di quello cinese che – denuncia l’Associazione apicoltori della Coldiretti -, seppur non rappresenti una parte rilevante degli arrivi, viene addirittura commercializzato a poco più di un euro al chilo. Ma la media generale si aggira intorno ai 2,9 euro al chilo.”

Il consiglio delle associazioni ai consumatori è di fare attenzione all’origine riportata sull’etichetta infatti grazie alla Direttiva Breakfast è adesso obbligatorio riportare in etichetta la dicitura miele italiano per quello 100% prodotto in Italia, così come va indicato se si tratta di una miscela di miele proveniente da diversi Paesi dell’Unione europea con l’obbligo di specificare da quali Paesi proviene.

Quando possibile, si consiglia di acquistare direttamente ai produttori locali, negli agriturismi o nei farmer’s market.