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Microplastiche ovunque, ecco come sono arrivate fino al cuore

microplastiche cuore
The human heart. 3D rendered anatomical illustration.

I ricercatori hanno raccolto campioni di tessuto cardiaco da 15 persone durante interventi chirurgici. Lo studio.

Le microplastiche sono ormai ovunque, e finiscono in tutto ciò che consumiamo, alimenti compresi. Dopo essere state ritrovate nella placenta, nel latte materno, nel sangue e nelle urine umane, adesso anche nei tessuti del cuore umano.

I ricercatori dell’Environmental Science & Technology di ACS, attraverso uno studio pilota su persone che hanno subito un intervento chirurgico al cuore, riferiscono di aver trovato microplastiche in molti tessuti cardiaci.

QUI lo studio completo.

 

Le microplastiche sono frammenti di plastica larghi meno di 5 millimetri o delle dimensioni di una gomma da matita. La ricerca ha dimostrato che possono entrare nel corpo umano attraverso bocche, nasi e altre cavità del corpo con collegamenti con il mondo esterno.

Eppure molti organi e tessuti sono completamente racchiusi all’interno del corpo di una persona e gli scienziati non dispongono di informazioni sulla loro potenziale esposizione e sugli effetti delle stesse. I ricercatori hanno voluto indagare se queste particelle sono entrate nei sistemi cardiovascolari delle persone attraverso esposizioni indirette e dirette.

In un esperimento pilota, i ricercatori hanno raccolto campioni di tessuto cardiaco da 15 persone durante interventi chirurgici cardiaci, nonché campioni di sangue prima e dopo l’operazione da metà dei partecipanti. Il team ha poi analizzato i campioni con imaging laser a infrarossi diretti e ha identificato particelle larghe dai 20 a 500 micrometri, costituite da otto tipi di plastica, tra cui polietilene tereftalato, cloruro di polivinile e poli(metilmetacrilato).

Sebbene lo studio abbia avuto un numero limitato di partecipanti, i ricercatori affermano di aver fornito prove preliminari che varie microplastiche possono accumularsi e persistere nel cuore e nei suoi tessuti più interni. Aggiungono che i risultati mostrano come le procedure mediche invasive siano una via trascurata di esposizione alle microplastiche, fornendo un accesso diretto al flusso sanguigno e ai tessuti interni.

Sono in ogni caso necessari ulteriori studi per comprendere appieno gli effetti delle microplastiche sul sistema cardiovascolare di una persona e la loro prognosi dopo un intervento chirurgico al cuore.

Come sono finite le microplastiche nella placenta e nelle urine umane. Gli studi italiani

Lo studio italiano, guidato da Antonio Ragusa, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina di Roma, è stato pubblicato sulla rivista internazionale ‘Environment International’, ha destato un enorme interesse internazionale.

“Attraverso una tecnica molto particolare – la microscopia elettronica raman – scoprimmo che in alcune di queste placente c’era la plastica.ha spiegato in un’intervista esclusiva a TeleAmbiente il prof. Ragusa Ora stiamo ancora lavorando, insieme all’istituto di microscopia elettronica della Sapienza di Roma, per cercare di capire dove, all’interno delle placente – delle cellule placentali – è la plastica e avremo delle novità straordinarie che a breve pubblicheremo“.

Dalle analisi effettuate, invece, sui campioni di urina, sono stati identificati 7 frammenti di materiale polimerico, di cui due in campioni femminili e gli altri in campioni maschili, le particelle hanno dimensioni tra i 4 e i 15 millesimi di millimetro (micron). Tutti i frammenti sono stati identificati chimicamente come polipropilene, polietilene, polivinil cloruro e polivinil acetato, ovvero i materiali più utilizzati comunemente. Questa ricerca nasce dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca coordinato dalla professoressa Oriana Motta del Dipartimento di medicina dell’università degli Studi di Salerno, il coordinatore del progetto EcoFoodFertility, dottor Luigi Montano, uroandrologo dell’Asl Salerno, nonché presidente della Società italiana della riproduzione umana (Siru) e il gruppo di ricerca coordinato dalla professoressa Elisabetta Giorgini del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’università Politecnica delle Marche.

Questi studi dimostrano con certezza che le microplastiche sono ovunque, le ingeriamo, le inaliamo, e, anche se non sono ancora ben chiare quali possono essere le conseguenze sulla nostra salute, confermano un dato allarmante: la salute del nostro pianeta è sempre più a rischio a causa dell’inquinamento causato da plastica e microplastiche