Anche nel Tevere ci sono le microplastiche. Tra le principali cause della presenza di plastica in mare c’è il lavaggio dei tessuti sintetici.
I fiumi sono invasi dalle microplastiche. Le minuscole particelle si trovano ormai ovunque, anche nei corsi d’acqua italiani.
A dimostrarlo i recenti studi effettuati nelle acque dell’Arno e alla foce del fiume Tevere. Entrambe le ricerche hanno rilevato la presenza degli inquinanti nei corsi d’acqua e nel mare.
Secondo quanto riporta lo studio sul Tevere dell’Università di Tor Vergata, pubblicato sul Marine Pollution Bulletin, nel decennio 2006-2016 oltre 8.000 tonnellate di microplastiche si stima siano state trasportate nel bacino del Mediterraneo esclusivamente da fonti fluviali.
Ma da dove arriva la plastica che va a finire nei corsi d’acqua e poi in mare? Nello studio effettuato sul Tevere, in tutti i campioni analizzati sono state rilevate tracce di polistirene (o polistirolo), un composto chimico utilizzato in molti modi, tra cui per le confezioni cibo (barattoli di yogurt, confezioni delle uova) o per le cassette del pesce.
Microplastiche nel mare, la campagna di Marevivo contro le microfibre
Un altra tipologia di microplastiche che si trovano frequentemente nell’ambiente sono quelle derivate da fibre tessili sintetiche. Una battaglia, quella contro le microfibre, che da tempo impegna l’associazione ambientalista Marevivo, che ha sede proprio sul fiume della Capitale.
“Stop Microfibre” è l’iniziativa lanciata dalla onlus per sensibilizzare sull’inquinamento marino da microfibre. Il lavaggio dei capi d’abbigliamento è una delle principali cause della presenza questo materiale nel mare. Stando ai dati dell’associazione, il 40% delle microfibre finisce in mare e quelle da tessuti sintetici rappresenterebbero il 35% delle microplastiche primarie (quelle cioè che non si formano dalla decomposizione dei rifiuti).
Il 64% dei prodotti tessili è realizzato in materiali sintetici, principalmente utilizzati nella produzione di fast fashion, e questi attraverso il lavaggio disperdono le particelle plastiche nel mare.
Microplastiche nel mare, un pericolo per l’ecosistema e per la salute umana
Le microplastiche sono un pericolo per la fauna marina oltre che per noi, che rischiamo di portare in tavola prodotti che le contengono. Queste particelle sono state trovate anche nell’organismo umano. Molti studi le hanno rilevate, ad esempio, nella placenta, nel sangue e nelle placche aterosclerotiche, provandone la pericolosità per la salute.