Ancora microplastiche nello sperma. Uno studio cinese li ha trovati nel 100% dei campioni. Gli scienziati: “Approfondire l’impatto su fertilità”. Negli USA, le particelle sono state trovate anche nel pene.
Sono invisibili all’occhio umano eppure hanno invaso ogni angolo del pianeta, inquinando persino il nostro organismo. Le microplastiche – frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri – sono davvero ovunque e molti studi scientifici ne hanno trovato traccia non solo nelle specie vegetali e animali, ma anche negli organi umani. Attraverso ingestione o inalazione, le minuscole particelle finiscono nel sangue, nella placenta, nel latte materno. Persino nello sperma.
Uno studio condotto a Jinan, nella Cina orientale, ha rilevato la presenza di microplastiche nel liquido seminale di uomini che non sono esposti per lavoro a questo materiale. La città inoltre, è situata a 180 km dalla costa oceanica più vicina comunemente conosciuta come area contaminata e non ha impianti di produzione della plastica.
La ricerca, effettuata su 40 campioni di sperma, ha identificato 8 tipi di polimeri. Il polistirene, usato per gli imballaggi, è risultato il materiale più presente (31%). Le microplastiche sono state trovate in tutti i campioni analizzati e questo dato ha preoccupato gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment.
Gli scienziati ritengono necessari altri studi sull’inquinamento da microplastiche e la fertilità. La conta degli spermatozoi nei testicoli degli uomini è infatti in calo da decenni e tra i responsabili di questo fenomeno ci sono anche le sostanze inquinanti.
“Poiché la ricerca emergente implica sempre più l’esposizione alle microplastiche come un potenziale fattore che incide sulla salute umana, comprendere l’entità della contaminazione umana e la sua relazione con gli esiti riproduttivi è fondamentale”, hanno affermato Ning Li, dell’Università di Qingdao in Cina, e colleghi.
Uno studio analogo del 2023, coordinato dal dott. Luigi Montano, uroandrologo dell’Asl di Salerno e coordinatore di EcoFoodFertility, aveva rintracciato in sei campioni di sperma su dieci tracce di microplastica. In questo caso, il liquido seminale proveniva da uomini sani e non fumatori, residenti in un’area ad alto impatto ambientale in Campania. Il dott. Montano, alla guida dello studio italiano, ha dichiarato: “È necessario un intervento per fermare l’aumento esponenziale dei rifiuti di plastica”.
Un’altra ricerca invece, aveva trovato le microplastiche nei testicoli di uomini e cani sottoposti allo studio condotto dall’Università del New Mexico, evidenziando preoccupazioni analoghe per salute e fertilità.
Lo studio cinese dunque, è un ulteriore approfondimento sul ruolo delle microplastiche e sugli eventuali danni che possono causare sull’uomo. L’impatto sulla salute è ancora sconosciuto, ma è stato dimostrato come le placche aterosclerotiche inquinate dai frammenti siano collegate ad un aumento di due o tre volte del rischio di infarti ed ictus.
Uno studio trova le microplastiche anche nel pene
Un recente studio ha inoltre scoperto la presenza di queste minuscole particelle anche all’interno del pene. La scoperta, arrivata dopo quella delle microplastiche nello sperma e nei testicoli, ha sollevato degli interrogativi sulla disfunzione erettile.
Lo studio ha valutato il tessuto prelevato da cinque uomini sottoposti a intervento chirurgico correlato alla disfunzione erettile. In quattro casi sono state trovate microplastiche, tra le quali PET e polipropilene sono le più diffuse.
“Abbiamo scoperto che le microplastiche erano presenti nella muscolatura liscia del pene. Tutto quello che sappiamo è che non dovrebbero essere lì e sospettiamo che ciò possa portare a una disfunzione della muscolatura liscia”, ha dichiarato il dottor Ranjith Ramasamy, che ha condotto la nuova ricerca presso l’Università di Miami negli Stati Uniti.