Il documentario Plastic People mostra quanto la plastica incida nelle nostre vite e mette in luce gli studi sulla pericolosità delle microplastiche sulla salute umana.
Stiamo diventando Plastic People? Sembra una domanda quasi retorica, eppure il lato nascosto dell’inquinamento da microplastiche che riguarda il nostro corpo non è ancora così conosciuto. Comunque non abbastanza da far invertire un processo che ci sta portando ad includere la plastica come parte integrante del corpo umano. Il documentario “Plastic People”, indaga sulla nostra dipendenza dalla plastica e sulla crescente minaccia delle microplastiche per la salute umana.
Queste minuscole particelle hanno invaso aria, acqua, suolo, diventando parte dell’ambiente. Gli scienziati hanno trovato le microplastiche nel sangue, negli organi, nella placenta, nel tessuto cerebrale. È proprio di pochi giorni fa lo studio che prova per la prima volta i danni causati dalle microplastiche sulla salute umana. Ma quali sono le conseguenze sul corpo e sull’ambiente di questi microscopici invasori?
La giornalista scientifica Ziya Tong, co-regista e produttrice del film, ha adottato un approccio personale per mostrare i pericoli rappresentati dalle microplastiche, intervistando importanti scienziati ma non solo. Tong si è anche sottoposta ad esperimenti a casa sua, sul suo corpo e sul cibo.
“Ci stiamo avvelenando con le nostre stesse mani”. È una delle frasi nel trailer di “Plastic People”, che anticipa i contenuti del film appena presentato al SXSW, il festival di musica e cinematografia che si svolge ogni primavera ad Austin, in Texas.
Realizzato in collaborazione con il pluripremiato regista Ben Addelman (Discordia, Bombay Calling, Nollywood Babylon, Kivalina v. Exxon), il docufilm è un appello urgente affinché tutti noi ripensiamo il nostro rapporto con la plastica.
Come ha spiegato al New York Times, la giornalista spera che questo film possa ispirare al cambiamento così come ha fatto il libro “Silent Spring” del 1962 che documentava i pericoli dei pesticidi agricoli e contribuì alla messa al bando del DDT.
Una speranza che in Europa sembra affacciarsi adesso, anche se a piccoli passi. Nei giorni scorsi infatti, l’UE ha raggiunto l’accordo relativo alle nuove regole per gli imballaggi, che dal 2030 ridurrà la circolazione degli involucri monouso, che costituiscono il 40% della produzione mondiale.