L’ultimo studio sulle microplastiche nella placenta le ha rilevate nel 100% dei campioni analizzati.
Le microplastiche oltre ad aver invaso l’ambiente, si trovano anche nell’organismo umano. Le ricerche sulla presenza delle particelle nella placenta sono sempre di più, uno studio tutto italiano, le aveva già trovate in alcuni campioni analizzati nel 2021. Un’ulteriore conferma è poi arrivata dall’Università delle Hawaii, che ha scoperto la contaminazione anche nelle donne dell’isola statunitense.
Gli ultimi preoccupanti risultati sulla presenza delle particelle di plastica nell’organo che si forma nell’utero durante la gravidanza, arrivano dalla New Mexico Health Sciences University, in uno studio pubblicato su Toxicological Sciences. Grazie ad un nuovo strumento analitico, gli scienziati hanno rilevato le microplastiche in una quantità variabile tra 6,5 e 790 microgrammi per grammo di tessuto.
Microplastiche nella placenta umana, nell’ultimo studio è stato rilevato in tutti i campioni analizzati
La presenza dei materiali plastici (Polietilene, PVC e nylon) è stata rilevata in tutti e 62 i campioni di placenta analizzati.
Il polietilene è il polimero più diffuso, il 54% delle nano e microplastiche totali (NMP). Il cloruro di polivinile e il nylon rappresentano ciascuno circa il 10% delle NMP in peso, mentre il restante 26% della composizione è rappresentato da altri 9 polimeri.
Microplastiche nell’ambiente e nell’organismo umano, i rischi per la salute
L’accumulo di microplastiche nell’organismo umano potrebbe contribuire all’aumento del rischio di malattie neurodegenerative e infiammatorie. Tuttavia, non sono ancora accertate le possibili conseguenze dell’esposizione alle particelle di plastica ma il progetto europeo Polyrisk, al quale partecipano 15 partner tra cui l’ENEA, ha proprio l’obiettivo di comprendere quali sono gli effetti per la salute dati dalla loro ingestione.
Ciò che è sicuro è che, oltre all’organismo umano, le microplastiche hanno inquinato ogni angolo del Pianeta, persino le nuvole. Sebbene la ricerca sperimenti metodi sempre più innovativi per eliminarla dall’ambiente, la produzione di plastica continua ad aumentare, così come la sua dispersione negli ecosistemi.