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Microplastiche, quelle assorbite in gravidanza restano nei tessuti anche dopo la nascita. Lo studio

Microplastiche, quelle assorbite in gravidanza restano nei tessuti anche dopo la nascita. Lo studio

Le microplastiche assorbite in gravidanza restano nei tessuti del feto anche dopo la nascita. Lo studio effettuato sui topi dimostra la persistenza dei frammenti in fegato, cervello, polmoni.

Che le microplastiche vengano assorbite dal corpo umano attraverso l’inalazione o l’ingestione è ormai cosa nota. Nel sangue, nei polmoni, nel cervello, micro e nanoplastiche sono state trovate davvero ovunque nel nostro organismo.

Le minuscole particelle arrivano persino ad attraversare la placenta, per depositarsi nei tessuti fetali. Numerosi studi hanno già fatto luce su tutto questo, scoprendo che l’inquinamento da plastica non è solo un’emergenza ambientale ma anche un problema per il nostro organismo. Ciò che non era ancora chiaro è se le microplastiche rimangano al lungo nei tessuti del feto dopo la nascita.

Se lo sono chiesto alcuni scienziati della Rutgers University di Piscataway, nel New Jersey, che hanno condotto una ricerca sui topi per capire la permanenza delle particelle nei roditori anche dopo la loro nascita. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment.

I ricercatori hanno esposto sei ratti in gravidanza a polvere di plastica nebulizzata per 10 giorni. La scelta di utilizzare i topi per questo esperimento è spiegata dal fatto che – come per noi umani – possiedono una placenta emocoriale. Il sangue materno e quello del feto non entrano quindi in contatto con la gravidanza.

Due settimane dopo la nascita, due ratti (un maschio e una femmina) sono stati sottoposti ad un test per rilevare la presenza di microplastiche. I frammenti sono stati trovati nei polmoni, nel fegato, nei reni, nel cuore e nel tessuto cerebrale della prole.

“Nessuno vuole la plastica nel fegato”, ha affermato Phoebe A. Stapleton, professore associato di farmacologia e tossicologia alla Rutgers Ernest Mario School of Pharmacy e autore senior dello studio. “Ora che sappiamo che è lì, così come in altri organi, il passo successivo è capire perché e cosa significa”.

Ciò che emerge dallo studio è la persistenza delle minuscole particelle e la preoccupazione circa i possibili impatti tossicologici associati all’esposizione alle microplastiche. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per approfondire e quantificare la deposizione, l’accumulo biologico e la tossicità sistemica dei frammenti, la scoperta potrebbe portare verso una maggiore regolamentazione.

“Non credo che ci libereremo mai completamente della plastica”, ha detto Stapleton. “Sono troppo importanti per la vita moderna. Ma penso che potremmo arrivare a un punto in cui avremo delle politiche per indicare quali sono meno tossiche di altre”, ha concluso il professore.

La sperimentazione sugli animali è da sempre un tema controverso e divisivo. Tenendo presente che gli atti di violenza sugli animali sono sempre da condannare, è opportuno sottolineare in questo caso che la pervasività delle microplastiche è arrivata a livelli talmente elevati nell’ecosistema che probabilmente l’esperimento eseguito in laboratorio ricalca ciò che accade anche all’esterno. Le minuscole particelle sono state trovate anche negli animali selvatici.

La plastica sta invadendo ogni angolo dell’ecosistema e l’esposizione alle microplastiche è arrivata al punto – come sembra da questa ricerca – di trasmettersi con la gravidanza. L’auspicio è che le decisioni umane si rivolgano verso prospettive in cui non sarà più necessario effettuare esperimenti su altri esseri viventi perché problemi come l’inquinamento da plastica (e tutti i danni conseguenti) verranno arginati. Intanto, numerose associazioni animaliste si battono affinché gli animali non vengano più utilizzati per le sperimentazioni scientifiche. Purtroppo, solo in Italia i numeri sono allarmanti, come spiegato dalla Lega Anti Vivisezione (LAV).

Una speranza che ora è riposta nel prossimo incontro delle Nazioni Unite INC-5 che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dal 25 novembre al 2 dicembre. L’obiettivo dei negoziati è di dar vita ad un Trattato globale sull’inquinamento da plastica che ponga fine al problema attraverso un piano congiunto e globale.