Microplastiche, secondo gli scienziati potrebbero incidere sull’aumento dei tumori nei giovani. La ricerca di IFOM, Airc e Niguarda.
Ingeriamo ogni settimana una quantità di plastica equivalente ad una carta di credito. Sappiamo che le microplastiche si trovano ovunque, inquinano mare, suolo e persino il nostro organismo. Queste minuscole particelle sono state trovate in molti organi del corpo umano, ma non sono sempre chiare le conseguenze sulla salute. Di sicuro non ci fanno bene e un recente studio ha dimostrato per la prima volta che le nano e microplastiche sono un danno per le arterie e favoriscono il rischio di infarti ed ictus.
Un nuovo allarme sulle microplastiche però preoccupa i medici di tutto il mondo, compresi quelli italiani. Sono aumentati i tumori nelle fasce giovanili e in particolare quello al colon retto. Secondo uno studio del 2023 pubblicato su BMJ Oncology, tra il 1990 e il 2019 l’incidenza globale di cancro a esordio precoce è cresciuta del 79,1%.
“I tumori dei giovani sono in aumento, non solo al colon e non solo in Italia. Non sappiamo il perché e vogliamo capirlo”, spiega Alberto Bardelli, professore di Oncologia all’Università di Torino e direttore dell’IFOM-ETS, a Repubblica.
Ma le microplastiche che c’entrano? Secondo i ricercatori dell’IFOM potrebbero essere tra le cause di questo fenomeno, per questo stanno osservando gli effetti delle particelle che ingeriamo ogni giorno senza saperlo.
Allarme microplastiche, focus della ricerca sull’esposizione e l’aumento di tumori nei giovani
Il progetto di ricerca sul tumore del colon e sull’aumento dell’incidenza nei giovani, condotto dall’IFOM, dall’Ospedale Niguarda di Milano e sostenuto da Airc, è in corso e si concentra su due tipi di organoidi con due scopi differenti. Gli organoidi realizzati con cellule tumorali prelevate dai pazienti saranno usati per sperimentare le cure migliori. Quelli ottenuti da cellule sane invece, vengono esposti alle sostanze che si pensa che possano aumentare i tumori tra i giovani: plastiche e componenti usati nella loro lavorazione, molecole prodotte dalla cottura della carne rossa ad alta temperatura (ammine eterocicliche) e l’acetaldeide, un metabolita che viene creato dal fegato nella trasformazione dell’alcol.
“Della carne bruciata conosciamo già la pericolosità” spiega Bardelli. “Le microplastiche invece sono un materiale più misterioso per noi. Vediamo le sue particelle microscopiche entrare dentro le cellule, in particolare negli organelli chiamati lisosomi. Ma non sappiamo se siano tossiche in sé o se causino infiammazioni che a loro volta favoriscono il tumore. In ogni caso il nostro organismo di fronte alla plastica non sa come comportarsi. Non l’ha mai conosciuta durante l’evoluzione. Non ha meccanismi per disfarsene”.
L’aumento dei tumori nei giovanili è un fenomeno osservato in tutto il mondo a partire dagli anni ’70 negli Usa. Secondo quanto riporta Repubblica, negli Stati Uniti il tumore del colon-retto è diventato la prima causa di morte per cancro negli uomini tra i 29 e i 40 anni. “L’America ci precede di un decennio nell’evoluzione di molte malattie” afferma Bardelli.
Sebbene non ci sia ancora la certezza che le particelle di plastica aumentino il rischio di cancro nei giovani, il fenomeno riguarda di sicuro i Millennials, cresciuti tra gli anni ’80 e ’90 e le nuove sostanze alle quali sono stati esposti rispetto alle generazioni precedenti, come le microplastiche.