
Il leggendario artista ospite di Fabio Fazio: “Solo con quest’armonia sarà possibile salvare il mondo, ma non abbiamo ancora raggiunto la società umana”.
Michelangelo Pistoletto ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3. Nonostante le quasi 90 primavere, l’artista ha raccontato che continua ancora a sciare ed ha presentato il suo libro autobiografico La formula della Creazione. “L’intuizione del Terzo Paradiso forse era già in fieri, ma è arrivata con il percorso artistico. Cercavo la mia identità attraverso l’arte, doveva servire a capire chi fossi nel mondo e lo specchio aveva il potere di darmi una risposta” – ha spiegato Michelangelo Pistoletto parlando delle sue opere specchianti – “Lo specchio ci fa vedere tutto ciò che è davanti a noi ma non è la realtà fisica, che sta dietro di noi. Noi siamo al centro tra la realtà e la virtualità“.
“Lo specchio è la formula del tempo in quanto ciò che vediamo allo specchio non è mai lo stesso. Il presente non è duraturo, cambia continuamente. L’immagine che fisso è un’immagine a cui impedisco di passare, è un tempo fermo in risposta al tempo che scorre” – aggiunge Michelangelo Pistoletto nella conversazione con Fabio Fazio – “Quando cercavo la mia identità, pensavo che l’arte moderna offrisse la possibilità di indagare se stessi fino in fonda. Ho scoperto però che la mia identità esisteva nel noi. 1+1 fa 2, ma le dualità non stanno ferme e si uniscono nel cerchio centrale, producendo il terzo elemento che prima non c’era“.
“Il concetto di Terzo Paradiso nasce dall’idea che esiste un primo tempo dell’umanità, quando era totalmente integrata nella natura. Il secondo Paradiso arriva quando l’intelligenza umana sviluppa il mondo artificiale, che ha portato grandi progressi ma ha anche degradato il mondo” – prosegue Michelangelo Pistoletto – “Dobbiamo creare un Terzo Paradiso che è l’equilibrio tra natura e artficio, l’armonia che ci permetterà di sopravvivere“.
“Bisogna trovare l’armonia e l’equilibrio tra il mostro e la virtù. Non abbiamo ancora raggiunto la società umana” – il commento di Michelangelo Pistoletto – “Con la pop art non mi sono fatto da parte, ma non ho accettato che il mio lavoro diventasse un marchio di consumismo. L’opera non poteva diventare oggetto di consumo. Ho creato una serie di lavori, ognuno diverso dall’altro, per mantenere una mia unicità non rincorribile“.
“Il futuro dell’arte è anche nei musei, ma i musei non possono restare cristallizzati nel tempo e devono vivere quello attuale. Ho esposto al Louvre, ad esempio, opere che riflettevano il passato e il presente. Il tempo dei quadri specchianti, così, conquista anche il passato“, aggiunge Michelangelo Pistoletto. Il maestro, a Milano, sarà protagonista di una mostra personale a Palazzo Reale, La pace preventiva (23 marzo-4 giugno).