Quest’anno, all’Istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano, è partita la prima sperimentazione del metodo Montessori per la scuola secondaria
Il metodo Montessori in Italia è riconosciuto fino alla scuola primaria. Maria Montessori non ha sviluppato il metodo per la scuola secondaria, ma ha lasciato varie indicazioni nei testi, in cui definiva il cosiddetto terzo piano di sviluppo, ossia cosa accade in adolescenza.
Ma la celebre pedagogista ed educatrice come definiva l’adolescente? “Lo definiva un neonato sociale – spiega Milena Piscozzo, Dirigente Scolastico dell’IC Riccardo Massa di Milano, ospite di CrescimiTu – cioè un soggetto che fa i primi passi nella società e tutto noi abbiam contezza di come per gli adolescenti sono importanti i pari e questo ci porta a sviluppare un modello cooperativo per la scuola secondaria”
Da questi studi della Montessori è stato sviluppato il primo percorso italiano per l’applicazione del metodo montessoriano, che si differenzia dalle sperimentazioni estere, perché si svolge in una scuola statale. Spiega ancora Milena Piscozzo: “Il nostro modello è urbano perché non possiamo avere la scuola nella fattoria ella periferia di una grande città e dunque abbiamo sviluppato il compromesso urbano, che cerca di sviluppare i principi montessoriani in verticale, dalla scuola primaria alla secondaria”.
E dunque come è cambiata la giornata scolastica degli studenti e quale è stato il riscontro? “I primi risultati li abbiamo riscontrati da subito, abbiamo notato un interesse da parte delle famiglie, un benessere degli studenti e dei docenti e abbiamo notato anche un aumento di metodologi attive sia di risultati scolastici. Quidi portando questi risultati a livello ministeriale abbiamo ottenuto il primo decreto di autorizzazione a una sperimentazione già nel 2016 e abbiamo iniziato a sperimentare strutturalmente dal 2017, raccogliendo sempre dati che portassero in evidenza che il metodo funziona per gli adolescenti” ha concluso Piscozzo.