Meteo estremo, Italia travolta: danni devastanti e tregua brevissima

Tre morti, migliaia di interventi di soccorso, centinaia di sfollati e danni ingentissimi: tra il cambiamento climatico e l’eccessiva cementificazione, una nuova dimostrazione dell’assoluta necessità di approvare al più presto una legge contro il consumo di suolo.

Il meteo è gradualmente migliorato nelle ultime ore, ma i segni di quanto accaduto in gran parte d’Italia nello scorso week-end sono destinati a rimanere indelebili a lungo. Interi territori sono stati devastati dalle piogge eccezionali, con alcune aree che hanno visto cadere, nel giro di 24 ore, l’equivalente dell’acqua che normalmente dovrebbe scendere in due o tre mesi. Vere e proprie bombe d’acqua, causate dal cambiamento climatico che ha riscaldato oltre misura il Mediterraneo, unite al dissesto idrogeologico che caratterizza drammaticamente il nostro Paese, hanno provocato un disastro di notevoli proporzioni.

Ci sono anche tre vittime. Il primo, in ordine di tempo, era stato il ventenne Simone Farinelli, travolto nella notte tra sabato e domenica dalla piena del Rio Caurinziano a Botteghino di Zocca, nel Bolognese. Il fratello che era in auto con lui era riuscito a mettersi in salvo, il ragazzo invece era risultato disperso e poi ritrovato senza vita poche ore dopo. Gli atti sulla vicenda sono stati trasmessi alla Procura di Bologna ma non è ancora certo che sulla tragedia possa essere aperta un’inchiesta. E nella mattinata di lunedì, due donne di nazionalità cinese sono annegate nella zona del delta del Po a Rosolina (Rovigo), presumibilmente mentre cercavano di pescare dei granchi blu.

I danni, da Nord a Sud, sono incalcolabili. Interi Comuni risultano isolati per frane, smottamenti ed esondazioni di corsi d’acqua, e nel corso del week-end gli interventi di soccorso di vigili del fuoco e Protezione Civile sono stati migliaia. Alcuni, assolutamente miracolosi, con persone salvate in extremis mentre rischiavano di essere travolte da fiumi di acqua e fango e intere famiglie, con bambini piccoli o animali al seguito, soccorse appena in tempo dopo essersi rifugiate sui tetti delle loro case. Molto difficile, al momento, fare una stima dei danni economici delle precipitazioni fuori dalla norma. Diversi edifici risultano inagibili, così come i capannoni industriali, mentre in diverse aree d’Italia i terreni agricoli sono stati letteralmente sommersi. L’ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto attuare politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici comporti un costo nettamente inferiore rispetto ai danni causati.

Il peggio sembra essere passato, ma il fronte del maltempo potrebbe tornare presto, sembra già nelle prossime ore, a partire dalle Regioni del Nord. A causa del rischio idraulico e idrogeologico, su alcune aree dell’Italia settentrionale, torna in vigore l’allerta arancione. Nelle zone più colpite negli ultimi giorni, siamo ancora in una fase del tutto emergenziale, con il soccorso alle persone, l’assistenza ai tanti sfollati e i lavori di ripristino di tutte le vie di comunicazione. Si lavora senza sosta nel tentativo di liberare le strade dal fango e dai detriti che hanno invaso e travolto ogni cosa. L’acqua, caduta anche con picchi oltre i 200 millimetri, ha completamente allagato non solo abitazioni private e capannoni industriali, ma anche ospedali, e a distanza di ore si cerca ancora di svuotare i locali con le motopompe.

Tra le aree più colpite d’Italia ci sono varie zone di Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia. Nessuna area, tuttavia, è rimasta immune all’ondata di maltempo degli ultimi giorni. A livello politico, si registra una notevole scia di polemiche e attacchi, tra chi lamenta la mancata manutenzione dei corsi d’acqua e degli argini e chi chiede, al più presto, una legge contro il consumo di suolo. I danni maggiori, d’altronde, si sono verificati proprio in quelle aree più cementificate o dove in passato si è costruito ignorando non solo le leggi, ma anche e soprattutto il buonsenso.