Home Attualità Salute Mercurio, una delle sei sostanze inquinanti più pericolose al mondo

Mercurio, una delle sei sostanze inquinanti più pericolose al mondo

Mercurio. 19 milioni di persone a rischio.

Il mercurio. Un metallo di transizione pesante dal colore argenteo. Uno dei pochi elementi, insieme al bromo, ad essere liquido a temperatura ambiente.

La sua forma elementare viene rilasciata più frequentemente nell’ambiente durante il suo processo di estrazione dal solfuro di mercurio rosso e dalle emissioni delle centrali elettriche a carbone.

Attualmente su scala globale vengono rilasciate in atmosfera ca. 5000 tonnellate annue, di cui 2400 derivanti da attività industriali e il resto da sorgenti naturali.

Il trend su scala globale è in crescita, soprattutto quelle rilasciate nei Paesi in forte via di sviluppo (es. Cina, India).

 

Principali impieghi industriali del Mercurio:

  • estrazione dell’oro dalla roccia,
  • termometri,
  • otturazioni dentali
  • lampade a risparmio energetico
  • interruttori elettrici
  • batterie
  • amalgama dentale
  • prodotti cosmetici
  • prodotti farmaceutici
  • vernici

Il mercurio organico è generato dalla combinazione di mercurio elementare e carbonio, e spesso è presente nell’ambiente sotto forma di metil mercurio, un’altra potente neurotossina.

Un metallo pesante altamente tossico, tanto da essere stato riconosciuto come inquinante globale in grado di produrre rilevanti effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.

 

Effetti sulla salute:

L’esposizione al mercurio elementare può causare:

  • danni al cervello
  • danni ai reni
  • danni al sistema immunitario.
  • può avere un effetto negativo sullo sviluppo del feto

 

Dove si trova il Mercurio:

Il mercurio si trova su tutto il pianeta sia come elemento in ambiente sia emesso in atmosfera per effetto di:

  • fenomeni naturali (come incendi boschivi, eruzioni vulcaniche o attività geotermiche),
  • attività antropiche, che si stima siano diventate la principale causa di emissioni (in aria) e rilasci (in acqua e nel suolo) di mercurio.

 

Tra queste attività antropiche rientrano:

  • la combustione di carbone fossile,
  • alcuni processi industriali che fanno uso di mercurio e di suoi composti (industria chimica, cementifici, raffinazione del petrolio),
  • l’attività estrattiva nelle miniere di mercurio (messa al bando nell’Unione Europea, ma ancora in atto in altre aree del pianeta)
  • l’attività estrattiva artigianale su piccola scala nelle miniere d’oro. Il mercurio viene usato nelle miniere d’oro per separare l’oro grezzo dai residui di roccia.

Questo metallo, per le sue particolari caratteristiche fisiche e chimiche, si distribuisce nell’ambiente grazie all’aria, all’acqua, ai sedimenti, al suolo e può essere trasportato per lunghe distanze nell’atmosfera, depositandosi anche molto lontano dal luogo di emissione.

Inoltre, non essendo soggetto a degradazione, persiste nell’ambiente.

Il metil-mercurio, composto particolarmente tossico, è soggetto a bioaccumulo nei tessuti adiposi degli esseri viventi (incluso l’uomo) e quindi va incontro a biomagnificazione attraverso la catena alimentare, ritrovandosi in quantità elevate in particolare nei pesci di grandi dimensioni che occupano i gradini più alti della catena alimentare (come tonni, pesci spada etc.).

L’esposizione degli esseri umani al mercurio avviene principalmente attraverso il consumo di prodotti ittici contaminati da metil-mercurio; attraverso l’inalazione di vapori di mercurio durante le attività lavorative o a causa di emissioni accidentali o attraverso il contatto diretto le persone possono essere esposte al mercurio  inorganico.

 

Bioaccumulo: processo attraverso il quale le sostanze tossiche inquinanti e persistenti si accumulano all’interno di un organismo in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante. Questo accumulo può avvenire attraverso la respirazione, l’ingestione o il semplice contatto

Biomagnificazione: è il processo per cui l’accumulo di sostanze tossiche negli esseri viventi (bioaccumulo) aumenta di concentrazione man mano che si sale al livello trofico successivo, ovvero procedendo dal basso verso l’alto nella piramide alimentare, all’interno della cosiddetta rete trofica.