“Abbiamo dimostrato che la disinformazione e la propaganda anti-scientifica esistono da decenni”. Intervista all’autrice vincitrice del Premio Nonino 2024, Naomi Oreskes.
Disinformazione e manipolazione, negazionismo in ambito scientifico, sono i principali temi affrontati nel libro “Mercanti di dubbi. Come un manipolo di scienziati ha nascosto la verità, dal fumo al riscaldamento globale” da Naomi Oreskes, studiosa e saggista statunitense, famosa in tutto il mondo per i suoi saggi sul cambiamento climatico e sulle campagne di disinformazione antiscientifica.
L’autrice è fra i vincitori del premio Internazionale Nonino 2024. A lei va il riconoscimento “Maestro del nostro tempo”, destinato ad autori e autrici che si sono distinti per l’attivismo, l’opera di divulgazione scientifica e per la valorizzazione della civiltà contadina.
Naomi Oreskes è una scienziata della Terra di fama internazionale, nonché storica della scienza e divulgatrice. È professoressa all’Università di Harvard e Fellow dell’American Association for the Advancement of Science.
L’autrice ha spiegato in un’intervista rilasciata per TeleAmbiente in che modo e perché le aziende americane, in particolare, continuano a manipolare l’opinione pubblica su tematiche oggi più che mai reali e fondamentali come quella del cambiamento climatico.
“Quello che abbiamo detto nel nostro libro Mercanti di dubbi e che continuiamo a documentare nei lavori più recenti, è che i potenti interessi aziendali negli Stati Uniti hanno cercato di screditare la scienza che minaccia i loro interessi, sia economici che politici, in svariati modi, ma principalmente attraverso la cultura di massa,
social media e la stampa per sostenere che non ci siano consensi scientifici sul cambiamento climatico o che gli stessi scienziati si stiano ancora confrontando sulla questione, ma anche che gli ambientalisti stanno amplificando la situazione per danneggiare la fiducia del popolo nella scienza e il suo supporto all’azione“, afferma l’autrice.
Con la crescita dell’utilizzo dei social, questo fenomeno di disinformazione, incentrato sulla diffusione delle cosiddette fake news, continua a diffondersi.
“Abbiamo dimostrato che la disinformazione e la propaganda anti-scientifica esistono da decenni. In Mercanti di dubbi siamo riusciti a ricondurlo all’industria del tabacco, che utilizzava campagne di disinformazione per screditare le prove scientifiche dei danni causati dall’uso di tabacco e, quelle stesse strategie, sono state riproposte da altre industrie, compresa quella dei combustibili fossili per osteggiare la scienza che prova il cambiamento climatico“. E aggiunge: “In anni recenti, il problema si è complicato su tanti fronti a causa dei social media che hanno creato nuove piattaforme dove diffondere la disinformazione in modo più rapido e ampio. Nel passato i dirigenti delle industrie puntavano a corrompere e convincere i giornalisti a dedicare equo tempo al punto di vista dell’industria, anche quando questa era chiaramente in contrasto con le prove scientifiche, ma ora non ne hanno più bisogno, possono facilmente spargere disinformazione sui social media“.
Sulle azioni messe in atto dalle nuove generazioni di attivisti oggi, come gli Extinction Rebellion, criticate da molti, Naomi Oreskes pensa: “Io sto invecchiando, il cambiamento climatico concerne anche me ma non quanto i miei figli, i miei nipoti, i miei studenti, perciò capisco la loro rabbia e frustrazione. Non approvo la violenza, ma capisco perché sono arrabbiati e turbati e in particolare comprendo perché stanno cercando di attirare l’attenzione. Molte delle azioni portate avanti da gruppi come Extinction Rebellion devono essere interpretati come un campanello d’allarme, una pretesa, una richiesta, una supplica a porre attenzione a tutto ciò. Non possiamo continuare a rimandare il problema e preoccuparsene l’anno prossimo o quello dopo”.