Cresce il numero di coppie che non riescono ad avere figli. Tra le cause, oltre all’aumento dell’età media a cui si inizia a provare ad avere un figlio, vi è anche la menopausa precoce. Sempre più donne di età compresa tra i venti e i trent’anni scoprono di avere una insufficiente riserva di ovociti e di essere entrate in menopausa in un’età in cui ritenevano di essere ancora fertili.
Arianna Pacchiarotti Direttrice del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Ospedale San Filippo Neri, ci conferma che l’86% di chi ricorre a fecondazione assistita ha tra i 22 e i 37 anni.
L’ipotesi a cui la dottoressa sta lavorando è che interferenti endocrini dovuti al nucleare abbiano giocato un ruolo in questo fenomeno. Molte giovani donne presentano una patologia della tiroide autoimmune. L’ipotesi è che si tratti di “donne prodotto di ovociti che potrebbero essere stati danneggiati da interferenti endocrini, in particolare dal nucleare, presumibilmente riconducibile nel medio lungo termine all’incidente di Chernobyl”.
Il San Filippo Neri sta pianificando la promozione di un progetto “Puoi donare una vita, che sostiene il cosiddetto social freezing; con la possibilità per donne giovani di crioconservare i propri ovociti.