Intanto, emergono dettagli su quanto rinvenuto dai carabinieri del Ros nel covo-bunker nascosto da un armadio. Ma mancherebbe qualcosa di importante.
Pochi minuti, poi subito il rinvio dell’udienza che vede imputato Matteo Messina Denaro. Il boss mafioso, attualmente detenuto al 41 bis nel carcere dell’Aquila, avrebbe dovuto videocollegarsi per il processo sulle stragi mafiose del 1992, ma il suo legale Salvatore Baglio ha chiesto il rinvio, disposto poi dalla presidente della Corte d’Assise d’Appello, Maria Carmela Giannazzo: la nuova data è stata fissata al 9 marzo.
La Procura di Palermo, non sorpresa del rinvio anche per via delle condizioni di salute di Messina Denaro, è convinta che il boss sia a conoscenza di molti dettagli in più sulle stragi rispetto ai vari collaboratori di giustizia ascoltati in questi anni. Intanto, nel covo-bunker di Matteo Messina Denaro, a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio, sono stati rinvenuti gioielli e pietre preziose di grande valore, ma anche delle scatole. Alcune piene di documenti al vaglio dei carabinieri del Ros, altre vuote. Qualcuno, prima del blitz, potrebbe aver eliminato prove compromettenti.
Intanto è stato convalidato l’arresto di Giovanni Luppino, il 59enne autista che aveva accompagnato Messina Denaro in clinica per la chemioterapia. L’uomo, mai coinvolto in passato in operazioni antimafia, è accusato di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso.