Fuga da Twitter, cos’è e come funziona Mastodon

Dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk, e le sue controverse uscite nelle prime due settimane da proprietario, tanti utenti hanno deciso di abbandonare il social e approdare su Mastodon. Ecco cosa lo differenzia dagli altri social network.

Fuga da Twitter dopo la recente acquisizione di Elon Musk. Come raccontato anche pochi giorni fa, molti utenti non hanno gradito le uscite del magnate che ha fondato SpaceX e Tesla. Dopo aver licenziato i vertici di Twitter, Elon Musk aveva deciso di allontanare anche tutti i responsabili del team che garantiva il rispetto dei diritti umani e bandiva i messaggi d’odio. Senza contare l’introduzione della spunta blu dei profili verificati a pagamento: una decisione che aveva scatenato le ire di tanti utenti, anche molto famosi, a cui Elon Musk aveva risposto con ironia.

In molti, da giorni, hanno deciso di lasciare Twitter per approdare a Mastodon. Si tratta di un social network, creato nel 2016 da Eugen Rochko, che si differenzia per alcune caratteristiche. Una su tutte: è decentralizzato e open-source, con i post che vengono ordinati in una timeline cronologicamente e senza l’influenza degli algoritmi. Questa rete di microblogging libera rappresenta una valida alternativa a Twitter, dal momento che le funzioni sono analoghe: al posto dei tweet ci sono i tooth, con un massimo di 500 caratteri, e al posto dei retweet ci sono i boost.

I creatori di Mastodon assicurano che il social non ha pubblicità e fanno anche un paragone: se Twitter è una grande azienda, Mastodon somiglia più a un gruppo di negozi locali a gestione familiare. Ma soprattutto, non c’è un server principale, ma tanti server chiamati istanze, e i dati degli utenti non vengono tracciati. Sono alcune delle caratteristiche del cosiddetto fediverso, dove utenti e dati provenienti da più siti e server sono connessi tra loro.

E per chi non vuole proprio rinunciare a Twitter, c’è la possibilità di utilizzare entrambi i social tramite appositi client, disponibili anche come app per smartphone, come ad esempio Twidere.